“Cambio di governance e serio Piano industriale e Ambientale”
“Lo strumento dello sciopero esprime la sua maggior efficacia qualora sia svolto in maniera organica e condivisa con tutte le organizzazioni sindacali, ognuno spogliandosi dal populismo e dalla volontà di farne esclusivamente una propria vetrina ma con l’obiettivo di accendere i riflettori su una vertenza spinosa che da anni, troppi, colpisce i lavoratori sociali e dell’indotto Acciaierie d’Italia”. Inizia cosi il commento di Alessandro Dipino segretario Provinciale UGL Metalmeccanici Taranto in merito allo sciopero in programma il prossimo 20 ottobre a Roma a cui parteciperanno tutti gli stabilimenti del Gruppo Ilva – È necessario che qualunque forma di protesta si traduca nel lancio di un segnale forte che si levi e si svolga sul territorio sul quale lo stato di disagio occupazionale e sociale affligge i propri cittadini e lavoratori. – prosegue Dipino – Solo così sarà possibile richiamare l’attenzione da parte della politica e delle istituzioni che, nonostante i tanti gridi di allarme e di aiuto, continuano a non voler vedere il problema e che presumibilmente saranno obbligati ad intervenire, fornendo una volta per tutte una risposta alle migliaia di lavoratori ed alle loro famiglie, soprattutto attraverso la ricerca di soluzioni condivise con il territorio in merito agli aspetti ambientali e della salute”.
Sulla vertenza ex Ilva Ugl Metalmeccanici ribadisce la sua posizione “In tutte le occasioni di confronto con le istituzioni, abbiamo sempre manifestato la necessità dell’immediato cambio della Governance attraverso l’ingresso in maggioranza dello stato attraverso Invitalia, allo scopo di attuare un Piano industriale serio e concreto che permetta la ripresa della produzione, oramai ai minimi storici anche a seguito delle ultimissime decisioni di “deportare” il verticalizzato a Genova e Novi Ligure. Questa è l’unica strada percorribile per salvare l’azienda, l’indotto e tutti i lavoratori interessati, nonché attuare un Piano Ambientale ed il tanto ostentato processo di transizione ecologica, di cui però non vi è ancora alcuna traccia. La nostra partecipazione allo sciopero previsto per il 20 – concludono – sarà subordinata esclusivamente al raggiungimento di tale condivisione”