di Tina Fiorentino
Intervista esclusiva di CosmoPolis a Giuseppe Conte, in giro nella nostra Regione per il tour elettorale
Dopo la sua riconferma a presidente, come vorrebbe ripensare al movimento? Continuando la politica del ‘contropelo’? Mi riferisco in particolare all’attività parlamentare.
Noi siamo stati sempre un po’ a contropelo, io dico dobbiamo continuare a essere e a fare una politica come contropelo, una politica scomoda, perché se andassimo in direzioni diverse, finiremmo semplicemente per inchinarci ai potenti. Che siano le banche, le industrie delle armi, le imprese assicurative, in poche parole, quell’establishment economico e finanziario che governa non solo l’Italia, ma governa a Bruxelles e la comunità internazionale.
In poche parole una lotta all’ establishment tout court o con qualche margine di ‘dialogo’?
Lei pensa vi siano le minime premesse di un tale approccio? Non parlo per slogan, perché dopo tre anni di governo ho avuto la possibilità di misurarmi con tutto l’establishment economico e finanziario, che mai avrebbe mai accettato le nostre condizioni.
Ricordiamo i 209 miliardi che si diceva l’Italia dovesse spendere, ma con il Mes. Ed abbiamo subìto il MES, con la particolarità che non era la risposta nel momento più duro della pandemia, perché il MES, se lo ricordate, era nato come uno strumento dove quei pochi spiccioli che utilizzavi ti esponevano a una logica di austerità, vigilanza finanziaria che derivava solo dalla Troika e ti costringevano a fare quello che l’Europa ci ha costretto a fare.
Quindi opposizione senza spiraglio alcuno sulle politiche che il governo ‘recepisce’ dalle direttive europee?
Per anni abbiamo subito la politica di austerità, senza pianificazione, senza futuro. Nonostante l’Italia abbia avuto sempre avanzi primari, siamo stati costretti ad azzerare completamente la crescita.
Attenzione, l’establishment aveva e ha ancora capacità di manovrare. Succede ancora. La Germania, forse non ci siamo neppure accorti, ha cambiato la Costituzione per far saltare i vincoli di bilancio che ci hanno imposto per decenni. E di fronte alle prime avvisaglie di recessione economica, per non imbrigliarsi ed impantanare l’Europa in un cul de sac, si è deciso di cambiare verso. Quelle regole sull’austerità non vanno più.
Quale è la vostra proposta?
Bisogna investire e non da settori ormai completamente depressi. Ci si sarebbe aspettato, con uno spazio fiscale vantaggioso, un progetto, una visione per il comune interesse. Il progetto e la visione significano, per noi, soprattutto riconversione industriale, robotica guardando al futuro, all’intelligenza artificiale per poter gestire l’attuale momento di transizione cercando di essere competitivi, guardando ai futuri investimenti inderogabili. Invece no.
Ma il Governo sta investendo in transizione energetica, in progetti innovativi di riconversione.
Davvero? E questa riconversione industriale qual è? La Germania, rimanendo nel settore della metallurgia manifatturiera pesante, anziché fabbricare nella sede della Volkswagen automobili, pensa ‘facciamo carri armati, produciamo missili’ Et voilà: la Germania ci ha portato questo piano di riarmo e noi Italiani abbiamo seguito l’establishment. Ecco l’impegno italiano. Politica di servilismo e di ‘yes…woman’.
Siete contro la necessità di difesa? Alla luce degli accadimenti nn solo europei , ma mediorientali?
Ma voi pensate che noi del Movimento 5 Stelle, potremmo mai accettare una politica di ‘armamenti’ ed accettare che la Von der Leyen possa proporre una politica di riarmo, perché la Germania lo chiede? E di quale investimenti parliamo? Quale visione? È importante un ritorno per il Paese se si tratta di una spesa o di un investimento?


