di Francesca Leoci
Da Hong Kong arriva un metodo innovativo per prevenire la patologia attraverso l’analisi della retina. Identificati 29 parametri vascolari significativi collegati al rischio di ictus, evidenziando che variazioni nella vascolarizzazione del fondo oculare possono aumentare il rischio fino al 19%
Come può, l’occhio, dirci se il nostro corpo è a rischio ictus? A confermarlo è l’innovativa ricerca condotta dall’Università Politecnica di Hong Kong, pubblicata sulla rivista Heart, rivelando come l’esame della retina possa diventare uno strumento fondamentale nella prevenzione dell’ictus. Una patologia che colpisce circa 100 milioni di persone all’anno nel mondo, causando 6,7 milioni di decessi.
Lo studio
Lo studio ha evidenziato come la vascolarizzazione del fondo dell’occhio, unica come un’impronta digitale, possa fungere da indicatore del rischio di ictus. La ricerca ha coinvolto 68.753 partecipanti dello studio UK Biobank, di cui 45.161 sono stati seguiti per un periodo medio di 12,5 anni. Durante questo periodo, 749 persone hanno sviluppato un ictus.
Come riporta Adnkronos, i ricercatori affermano che “l’intricata rete vascolare della retina condivide caratteristiche anatomiche e fisiologiche comuni con la vascolarizzazione del cervello, rendendola un candidato ideale per valutare i danni causati da malattie sistemiche, come il diabete.”
Parametri e fattori di rischio
L’analisi ha identificato 29 parametri significativi, suddivisi in diverse categorie. Le variazioni degli indicatori di densità sono state associate a un aumento del rischio di ictus del 10-19%, mentre i cambiamenti negli indicatori di calibro hanno mostrato un incremento del rischio del 10-14%. I soggetti più a rischio, come evidenzia La Repubblica, erano “significativamente più anziane, di sesso maschile, fumatori e diabetiche. Inoltre, pesavano di più, avevano una pressione sanguigna più alta e livelli più bassi di colesterolo ‘buono’.”
Il suolo dell’intelligenza artificiale
Un aspetto innovativo della ricerca è l’utilizzo dell’intelligenza artificiale attraverso il sistema RMHAS (Retina-based Microvascular Health Assessment System), che “ha aperto le possibilità per l’identificazione di marcatori biologici in grado di prevedere con precisione il rischio di ictus senza la necessità di test di laboratorio invasivi”, spiegano i ricercatori.
La semplicità e l’economicità di questo approccio lo rendono particolarmente adatto per l’assistenza sanitaria primaria e per i contesti con risorse limitate, offrendo una valida alternativa ai metodi tradizionali di valutazione del rischio cardiovascolare.


