Il sindaco di Taranto non rimette il suo incarico e si dice disposto ad un nuovo confronto con le forze politiche della coalizione originaria, nonchè ad un possibile azzeramento della Giunta
Una nuova verifica della maggioranza e, se necessario, un’azzeramento della Giunta comunale: sono queste le proposte emerse dalla conferenza stampa convocata questa mattina dal sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, per fare chiarezza sulla situazione attuale tarantina.
Dimissioni? Non è un’opzione contemplata. Il primo cittadino afferma di non avere alcuna intenzione di consegnare la città ad un commissario, come avvenuto alla fine del 2021.
Sul passaggio di Pd e CON all’opposizione, insieme a PSI, Europa Verde e M5S, il sindaco si dice aperto ad un confronto con le forze politiche di centrosinistra: “Se il problema è Italia Viva capiremo come farne a meno, nonostante abbia adottato il nostro programma”.
Massima disponibilità, quindi, da parte di Melucci, a fare quadrato intorno all’attuale amministrazione e portare avanti il programma elettorale: “Non è cambiato di una virgola – afferma – nelle prossime ore ci confronteremo con le forze della coalizione originaria”.
Il sindaco difende l’operato della sua amministrazione: “Dal 2017 ad oggi abbiamo generato investimenti pubblici, eventi, iniziative e ricadute occupazionali per quasi due miliardi di euro sul nostro territorio. Stiamo giocando una partita importante”.
“Questo non è stato un anno facile – ha ammesso Melucci – abbiamo scoperto che moltissime volte non avevamo i numeri per governare in serenità e portare a casa i provvedimenti più impegnativi, spesso proprio a causa di quei partiti che ieri a livello regionale hanno trovato un’intesa. La rivalutazione del perimetro di maggioranza è stata un’operazione condivisa e necessaria a proseguire per il bene della città: abbiamo sondato quali tra le forze del Consiglio comunale fossero disposte ad aderire senza riserva al nostro programma. L’allargamento ad Italia Viva, insomma, è stato condiviso in primis dal M5S”.
Per Melucci il punto di rottura è stata la sua uscita dal Pd e il conseguente ingresso ad Italia Viva: “Ha sicuramente scatenato qualche gelosia, ma per il sindaco viene prima la città e poi l’etichetta di partito”.
Sulla presa di posizione del Pd a livello regionale il primo cittadino non risparmia il proprio pensiero: “Spero che questa anomalia per la quale delle sorti di questo territorio si discuta sempre a livello regionale venga presto colmata da un rinnovato protagonismo degli organi cittadini e provinciali. Il Pd ha una dinamica complessa e tante voci, voglio solo ricordare che nella Giunta ci sono tre assessori dei Dem: chi critica il nostro operato, critica loro. Nessuno si sogna di fare a meno del Pd, ma il partito dovrebbe fare chiarezza sulle sue alleanze”.
“Non mi sono chiare le basi di questa presa di posizione nei confronti di Italia Viva, penso ci sia dell’astio personale alla base – dichiara il primo cittadino – ne parleremo nella verifica di questo pomeriggio. Se il senatore Turco vuole impegnarsi con noi c’è spazio: può fare il vice sindaco o gestire i Giochi del Mediterraneo, basta che Taranto sia preservata”.
La prossima settimana un’altra scadenza importante per l’amministrazione Melucci: l’approvazione del bilancio previsionale “Votiamolo e continuiamo a lavorare insieme, il bilancio ha già il parere favorevole dei revisori, è stato redatto ad opera d’arte”, è l’invito del sindaco.
“Questo è il terzo momento critico della nostra amministrazione in 5 anni: comincia a diventare faticoso per chiunque, sono stanco di ricatti e ultimatum- dichiara Melucci – Per la terza volta mi chiedono di scegliere tra il bene della città e la mia libertà personale, io scelgo ancora una volta Taranto ma questo gioco non può durare a lungo: anche i cittadini sono stupiti da questo modo di ingabbiare me e questa amministrazione. Io devo rispondere solo ai cittadini di Taranto: io e i miei consiglieri siamo a disposizione della città e di tutti, ma abbiamo bisogno di chiarezza”.
In chiusura Melucci rimanda al mittente le accuse di trasformismo politico: “Non mi appartiene, semmai è di alcuni partiti”.