di Francesca Leoci
Emblematico il caso di una giovane donna colpita da insufficienza epatica fulminante. Gli esperti avvertono: “Condizioni potenzialmente dannose per gli organi vitali”
L’estate quest’anno è stata segnata da una serie allarmante di incidenti gravi e fatali avvenuti in acqua o in condizioni di caldo torrido. Tragedie che hanno riempito le pagine dei necrologi settimanali con un’inquietante frequenza, come se le vittime fossero state bersagliate da un cecchino invisibile.
Molti di questi eventi sono stati causati da colpi di calore, strettamente legati alle alte temperature che hanno investito l’Italia nelle ultime settimane. Condizioni che rappresentano una seria minaccia per la salute, mettendo a rischio organi vitali come cuore, polmoni, reni, fegato e cervello.
Un caso emblematico è quello di una giovane donna di 26 anni a Torino, ricoverata d’urgenza all’ospedale Molinette per un’insufficienza epatica fulminante. La sua temperatura corporea aveva raggiunto i 41 gradi, sintomo inequivocabile di un grave colpo di calore.
Il colpo di calore, infatti, si manifesta principalmente in presenza di temperature elevate, elevata umidità e scarsa ventilazione, condizioni che stiamo osservando sempre più frequentemente. Inizialmente, il malessere generale si presenta con sintomi più lievi, come mal di testa, nausea, vomito e vertigini, ma può rapidamente degenerare fino a causare perdita di coscienza e gravi danni agli organi interni, in particolare al fegato.
“Il fegato è molto sensibile alla temperatura corporea estremamente alta – spiega il dott. Renato Romagnoli che commenta il caso della giovane piemontese: “Era svenuta vicino a un rogo di sterpaglie che aveva appiccato. Mentre gli altri organi hanno maggiori meccanismi di resistenza, il fegato purtroppo può andare incontro a fenomeni di necrosi epatica massiva, che poi richiedono il trapianto”.


