di Erasmo Venosi
Trump sta tentando con l’accordo di impedire alla Russia di impossessarsi dei depositi e degli impianti del paese. Le caratteristiche di questi materiali sono il magnetismo stabile, la duttilità e quindi con vasto impiego nel mondo del digitale e in quello dell’energia
I rapporti tra Trump e Zelensky appaiono leggermente migliorati, a seguito dell’assenso dato alla proposta del presidente Usa di concedere alle aziende americane il 50% della proprietà dei giacimenti di terre rare dell’Ucraina. Trump ha spinto per questo accordo compensativo equivalente a 500 miliardi di dollari in terre rare, in cambio della continua fornitura di aiuti da parte degli Stati Uniti.
Le terre rare sono 17 elementi della tavola periodica, quindici dei quali hanno numero atomico (numero di elettroni presenti negli orbitali) tra 51 e 71 e sono chiamati lantanoidi, altri due hanno numero atomico tra 21 e 39, lo scandio e l’ittrio. Le caratteristiche comuni sono il magnetismo stabile, la duttilità e quindi con vasto impiego nel mondo del digitale e in quello dell’energia. L’Ucraina possiede litio, cobalto, titanio, grafite, uranio che non sono classificabili tra le terre rare che abbiamo precedentemente citato.
In Ucraina non ci sono attualmente attività estrattive legate alle terre rare. Inoltre ci vogliono almeno dieci anni per sfruttarle commercialmente. L’estrazione di questi materiali hanno costi economici e ambientali molto alti. Gli acidi e le sostanze chimiche usate per separare le terre rare dagli altri minerali generano rifiuti tossici, perdita di biodiversità, infine, filtrano nelle acque sotterranee.
Zone della Cina sono contaminate dalla estrazione di terre rare. Necessario la ricerca per la messa a punto di tecniche estrattive e sistemi di separazione innovativi. La lavorazione delle terre rare è concentrata in Cina dalla quale l’Europa importa tutti questi materiali. Il 35% delle riserve mondiali a oggi note si trovano nel territorio cinese, che ha il primato della produzione mondiale (168 mila tonnellate annue). Altri depositi si trovano Brasile, Russia, India, Australia e in altri Paesi.
Il secondo produttore sono gli Stati Uniti con il 15% della quota globale (43.000 tonnellate l’anno). Sul gradino più basso del podio c’è l’Australia con quasi l’8% della produzione globale (22.000 tonnellate). Recentemente in Svezia è stato scoperto un deposito di terre rare, ma serviranno dai 10 ai 15 anni prima di poterlo sfruttare. La domanda crescerà e di molto nei prossimi quindici anni, ma non come quella del cobalto, la grafite o il nickel. La risorsa che più interessa militarmente dell’Occidente è il titanio che rappresenta la spina dorsale della futura deterrenza contro Russia e Cina. Il titanio è un metallo leggero ma resistente, ampiamente utilizzato in applicazioni militari avanzate, come aerei da caccia, elicotteri, navi militari, carri armati, missili a lungo raggio e molti altri.
Trump sta tentando con l’accordo di impedire alla Russia di impossessarsi dei depositi e degli impianti del paese, Mosca rafforzerà la sua influenza globale su una risorsa sempre più strategica. Il Dipartimento degli Interni americano ha classificato il titanio come una delle 35 materie prime minerali vitali per l’economia e la sicurezza nazionale degli Stati Uniti.
Ma gli Stati Uniti importano ancora più del 90% del loro minerale di ferro, e non tutto da nazioni amiche. Non detengono più spugna di titanio nella loro riserva per la difesa nazionale e l’ultimo produttore nazionale di spugna di titanio ha chiuso i battenti nel 2020.
L’Ucraina è una delle sole sette nazioni che produce spugna di titanio, la base del titanio metallico. Cina e Russia, i rivali strategici più importanti dell’America, fanno parte di questo gruppo selezionato. La Cina ha prodotto più di 231 mila tonnellate di spugna di titanio l’anno scorso, secondo l’US Geological Survey, che rappresenta il 57% della produzione globale. Seguono il Giappone con il 17% e la Russia con il 13%. Il Kazakistan ha prodotto quasi 18.000 tonnellate e l’Ucraina più di 4.000 tonnellate.
La militarizzazione delle risorse energetiche da parte di Mosca ha suscitato a Washington e in altre capitali della Nato il timore che un giorno il Cremlino possa congelare anche le esportazioni di titanio, il che metterebbe in difficoltà le aziende aerospaziali e della difesa.
La dipendenza dell’Occidente dal titanio russo ha fatto sì che il metallo sia finora sfuggito alle sanzioni lanciate contro Mosca dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea e dai loro alleati. Il gigante aerospaziale Boeing mantiene la sua joint venture con la russa VSMPO-Avisma, il più grande esportatore di titanio al mondo, sebbene abbia congelato gli ordini dopo l’invasione. Altri, come la società europea Airbus Commercial Aircraft Corporation, continuano a rifornirsi di titanio da VSMPO.
Una fonte vicina all’industria della difesa statunitense, ha dichiarato a Newsweek che il titanio “rappresenta una vulnerabilità fondamentale. Stiamo parlando della nostra capacità di produrre più aerei, stiamo parlando della nostra capacità di produrre munizioni. – Si legge nella nota – Si basano tutti sul titanio e ci siamo lasciati andare alla dipendenza dai fornitori stranieri per queste cose. La Russia è stata in passato uno di quei fornitori primari.
Gli esperti di sicurezza nazionale e i sostenitori dell’Ucraina su The Hill stanno sempre più sollecitando i decisori politici a guardare a est. – Ha aggiunto – Dato che in Occidente si stanno intensificando i dibattiti sul perché sia nel nostro interesse continuare a sostenere l’Ucraina, credo che questo sia uno degli argomenti che sentirete più spesso. Sequestrare la spugna di titanio dell’Ucraina non è uno degli obiettivi pubblici del Cremlino, ma sarebbe una manna per Mosca.” Secondo US GeologicalSuevey, la Russia ha livelli relativamente bassi di riserve di minerale di titanio e nel 2021 l’Ucraina è stata in realtà la sua principale fonte di importazioni di titanio. La maggior parte dei combattimenti si è concentrata nell’Ucraina orientale e meridionale, dove si trovano trilioni di dollari di ricchezza mineraria. Le forze russe hanno sequestrato almeno due siti di minerale di titanio nei primi mesi dell’invasione.
Anche prima dell’attacco di febbraio, Mosca cercava di assicurarsi risorse vitali di titanio attraverso la sua rete corrotta di oligarchi, funzionari e risorse di intelligence in Ucraina. Brodsky, amministratore delegato dell’azienda ucraina produttrice di titanio Velta, ha dichiarato alla stampa Usa, che il titanio è essenziale per gli attacchi in corso da parte della Russia. “C’è un contenuto molto elevato di titanio nei missili che volano in Ucraina quasi ogni giorno” e Mosca potrebbe trovarsi di fronte a “una significativa carenza di armi moderne e di alta precisione” a meno che non riesca ad assicurarsi nuove forniture di titanio.