Il M5S ha la sua pietra angolare. La pietra con la quale edificare l’edificio politico dei prossimi mesi. Inutile ribadire: il Turco c’è, ma non si vede. Anche in questo caso
Anche il M5S ha la sua pietra angolare. La posa della prima pietra con la quale edificare l’edificio politico. Ed, eventualmente, correre da solo per le Amministrative di Taranto. In solitario. Con fare spensierato. Stracciando il campo largo, l’alleanza che avrebbe voluto Bersani (Pier Luigi, non Samuele) e non si capisce se, il Conte Max, la voglia ancora. Resosi indisponibile Nume, Angolano (Annagrazia) assurge a nomen omen, il nome augurale, il nome profetico che svela la profezia. Quella del quorum che schiuderebbe le porte del prossimo Consiglio comunale ad un Movimento politico passato, in pochi anni, dalle stelle alle stalle. Dall’avere il 30% del consenso popolare, nella sola città di Taranto, all’irrilevanza elettorale. Retrocesso a cespuglio, di quelli che andavano di moda ai tempi dell’Ulivo, dopo essere stati socio di maggioranza dell’alleanza di centrosinistra. Il Turco, anche in questo caso c’è, ma non si vede. Cioè: si vede, nonostante si continui a poggiare lo sguardo altrove. A fare finta di niente.
La politica, per dirla con le parole di Rino Formica, è sangue e merda. E’ rispondere al telefono, pur essendo il vicepresidente nazionale del Movimento. Anzi, rispondere al telefono proprio perché si è il vicepresidente nazionale del Movimento. Camminare con la tua gente, con il tuo popolo, quando non si siede sugli scranni di Palazzo Madama. Conseguire la laurea della strada ogni giorno, perché l’altra, o le altre (di lauree), possono essere acquisite una sola volta nella vita. Non rincorrere il populismo (l’Ilva trasformata in un Parco Giochi) se non si vuole dilapidare il 30%, di cui sopra, nel breve volgere di qualche anno. Ripulire di tecnicismo inutile il proprio linguaggio, aprirgli le porte della passione, snidarlo da un semplicismo falso che è altra cosa rispetto alla semplificazione.
Non sappiamo se servirà al Movimento Cinque Voti, messi come sono, la sua Pietra Angolano. Fossimo in Bitetti, incuranti di Decaro, delle bilance (e dei bilanci) da farmacisti per le prossime Regionali, dei campi larghi trasformati in pensieri slarghi, avremmo già presentato simboli e programma elettorale in una conferenza stampa. Ut sementem feceris, ita meteres. Come avrai seminato, così mieterai. Amava spesso ripetere Cicerone.