La Polizia di Stato ha accertato che un 51enne proseguiva l’attività di spaccio anche agli arresti domiciliari. L’uomo era supportato dal cognato 47enne e dal nipote 35enne
La Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP di Taranto, su richiesta del Procuratore di Taranto, nei confronti di tre soggetti tarantini (dei quali uno già recluso presso la Casa Circondariale di Potenza per altri reati) presunti responsabili in concorso del reato di detenzione di sostanze stupefacenti.
La complessa ed articolata attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica di Taranto, ha preso avvio a seguito dell’arresto in flagranza, avvenuto il 29 agosto 2023, di uno degli odierni indagati il quale fu sottoposto al regime degli arresti domiciliari presso la sua abitazione.
In quella circostanza, il 51enne fu trovato in possesso di svariate dosi di cocaina rinvenute sotto un veicolo parcheggiato nei pressi dell’abitazione ove lo stesso avrebbe avviato una piazza di spaccio.
Nelle settimane a seguire, il personale della Squadra Mobile, nel corso dei continui servizi di osservazione e controllo delle zone di spaccio, ha notato il perdurare di movimenti continui – da parte di noti assuntori – presso l’abitazione del 51enne.
Pertanto, d’intesa con la Procura della Repubblica, attraverso il supporto dell’attività tecnica, gli investigatori hanno raccolto indizi utili a ritenere che il 51enne proseguisse l’attività di spaccio anche agli arresti domiciliari. In particolare, gli acquirenti, giunti sotto il balcone interessato, inserivano “qualcosa” (verosimilmente il denaro quale presunto compenso della cessione) nella cassetta della posta e subito dopo ricevevano gli involucri (verosimilmente contenenti la sostanza stupefacente) attraverso un cesto che veniva calato dal balcone del 51enne.
Inoltre, nel corso dell’attività di riscontro ed osservazione, i poliziotti hanno raccolto indizi utili a ritenere che il soggetto fosse supportato, nella sua illecita attività, dal cognato 47enne e dal nipote 35enne (attualmente detenuto), sottoposti alla odierna misura cautelare.
I due, già condannati in passato per reati in materia di stupefacenti, avrebbero supportato il congiunto nell’attività di spaccio dalla fase del rifornimento a quella della cessione, agevolati anche dalla conformazione degli immobili, insistenti in un ampio isolato composto da stabili disabitati, pieni di masserizie e detriti, delineando un luogo ideale per nascondere lo stupefacente.
Nel corso dell’indagine dal mese di novembre 2023 al gennaio 2024, si sono registrati oltre 300 episodi di spaccio che avvenivano a qualsiasi ora del giorno e della notte, nonché due arresti in flagranza, una denuncia in stato di libertà e numerose segnalazioni all’Autorità amministrativa competente per uso personale.
Si ricorda che per gli tutti indagati vige il principio di presunzione di innocenza fino alla sentenza di condanna.