Grande partecipazione di cittadini e associazioni davanti alla Prefettura per denunciare il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale. Accusato il governo di ignorare la volontà del territorio
Nella serata di ieri, lunedì 21 luglio, cittadini e associazioni si sono ritrovati per manifestare contro il rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per lo stabilimento ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia annunciato dal governo nonostante il parere contrario espresso dal sindaco di Taranto, dal sindaco di Statte, dal presidente della Provincia e dal presidente della Regione Puglia.
La protesta, organizzata dal movimento Giustizia per Taranto, si è svolta in piazzetta Gandhi, accanto alla Prefettura alla Prefettura.
“Portiamo in piazza la voce di una città che pretende giustizia. Siamo qui per dire con forza che non accettiamo un’Aia che continua a uccidere” dichiarano a gran voce.
“Si autorizza la prosecuzione di un modello produttivo che continua a sacrificare la salute, l’ambiente e la dignità di Taranto”, ha sottolineato il movimento Giustizia per Taranto, promotore dell’iniziativa a cui partecipano associazioni e anche esponenti politici. “Non possiamo restare a guardare. A breve si discuterà in consiglio comunale dell’accordo di programma. Serve una reazione forte e determinata. Chiediamo ai consiglieri comunali di dire no a qualsiasi accordo che non punti alla dismissione definitiva degli impianti inquinanti. Non può esistere nessuna “compensazione” accettabile in cambio della nostra salute”.
Per l’associazione “Taranto è di nuovo a un bivio, come sessant’anni fa quando si decise di costruire la fabbrica. Non è più tempo di parole generiche, silenzi o accordi al ribasso. O si sta con chi vuole davvero cambiare il destino della città o si finisce per legittimare ed essere complici dell’ennesimo atto criminale”.
Nel corso del sit-in è stata ufficialmente proclamata la dichiarazione di “stato di emergenza sanitaria e ambientale per Taranto e i Comuni limitrofi, con effetto immediato e fino alla cessazione delle condizioni di rischio per la vita, la salute e l’ambiente.”
L’associazione evidenziando le criticità legate all’attuale assetto impiantistico e produttivo dello stabilimento siderurgico e sottolineando la presenza di “elevati livelli di rischio sanitario, ambientale ed ecosistemico come già attestato da evidenze epidemiologiche, studi scientifici, rapporti dell’ARPA Puglia, dell’ISPRA, e sentenze della magistratura italiana” chiede l’”attivazione di un’indagine internazionale indipendente sulle condizioni sanitarie e ambientali di Taranto, e sul rispetto dei diritti umani fondamentali nel contesto industriale locale; la proclamazione di uno stato di mobilitazione civile permanente, con attività di denuncia, monitoraggio dal basso, disobbedienza civile nonviolenta, e mobilitazione popolare a tutela della salute pubblica.
L’assemblea si è impegnata a trasmettere il documento “alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero della Salute, Commissione Europea, Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, ONU – Special Rapporteur on Human Rights and the Environment”


