Il Presidente di PeaceLink ha inviato una lettera al sindaco Bitetti per richiedere la pubblicazione dei documenti relativi alla proceduta di Autorizzazione Integrata Ambientale
“Chiedo al Comune di Taranto di pubblicare integralmente sul proprio sito web tutta la documentazione relativa alla procedura di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) dell’Ilva che finora non è stata resa accessibile.” Lo afferma in una nota il presidente di PeaceLink, Alessandro Marescotti.
“In particolare chiedo che siano rese note subito le prescrizioni sanitarie che il Sindaco di Taranto ha inviato al Ministero dell’Ambiente a seguito dell’ultima Conferenza dei Servizi in cui sono stati espressi i pareri degli enti locali sulle prescrizioni del PIC per l’AIA. – Sottolinea – Al contempo chiedo che sia reso noto subito tutto in carteggio non ancora pubblico sulla VIS (Valutazione di Impatto Sanitario) in cui l’ISS ha espresso le proprie valutazioni.
Ai sensi della Convenzione di Aarhus, il pubblico ha il diritto di conoscere e consultare tutti i documenti che riguardano una procedura ambientale. Questo principio deve valere anche per tutta la documentazione relativa anche ad accordi di programma, intese o altre procedure che abbiano come oggetto l’Ilva. – Prosegue la nota – In buona sostanza chiedo che tutto ciò che è in possesso del Comune di Taranto sull’AIA Ilva, e su ciò che ne è seguito a seguito delle pressioni del governo finalizzate alla firma di un accordo di programma per la cosiddetta “decarbonizzazione”, sia condiviso sul sito web come applicazione della Convenzione di Aarhus. Molta documentazione tecnica sugli scenari futuri per lo stabilimento siderurgico di Taranto non è condivisa e questo non è comprensibile né giustificabile.”
Il presidente di PeaceLink chiede, inoltre, l’aggiornamento dell’Osservatorio Mortalità avviato dal precedente sindaco, da cui erano emersi dati preoccupanti. “Infine chiedo che, utilizzando le prerogative sanitarie del Sindaco, sia avviata una valutazione dello stato di salute dei lavoratori Ilva, esclusi dalla VIS, a partire dall’acquisizione del Registro degli esposti alle sostanze cancerogene. – Conclude Marescotti – In particolare chiedo che venga appurato il numero di lavoratori che si sono ammalati di tumore negli ultimi 20 anni, disaggregando quelli deceduti da quelli ancora in vita. Rinnovo inoltre la richiesta di un incontro, non avendo ricevuto alcuna risposta dopo la precedente richiesta.”