Nel quartiere più fragile di Taranto, tra polveri industriali e promesse di bonifica, la salute pubblica è una corsa a ostacoli: mancano medici, pediatri
Al quartiere Tamburi non sono solo le polveri rosse a preoccupare i residenti. A mancare, sempre di più, sono i medici. Quelli di base, i pediatri, le figure che dovrebbero garantire il diritto più semplice e insieme più prezioso: quello alla salute.
Secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno, i cittadini dei Tamburi non chiedono soltanto bonifiche e giustizia ambientale. Chiedono di non dover fare chilometri per una prescrizione, di poter portare un bambino dal pediatra senza doversi spostare in altri quartieri, di avere un medico che conosca il loro nome e la loro storia clinica.
Nella circoscrizione Tamburi–Lido Azzurro vivono tra 16 e 18 mila persone. È un quartiere giovane, dove si concentra il più alto tasso di natalità della città, ma anche un quartiere che invecchia in fretta. Molti anziani vivono soli, con pensioni minime e difficoltà a muoversi. Le famiglie con bambini piccoli, spesso monoreddito, devono scegliere se rinunciare a una giornata di lavoro per recarsi altrove o se affidarsi – quando possibile – alla Guardia Medica per necessità quotidiane che dovrebbero essere di routine.
La Gazzetta del Mezzogiorno segnala che nella sola provincia di Taranto si contano oltre cinquantaquattro posti vacanti tra i medici di base, di cui ventotto in città. Nei Tamburi, prima della pandemia, i medici di famiglia erano circa una ventina; oggi, poco più della metà. Molti sono andati in pensione e non sono stati sostituiti, altri si sono trasferiti. Il risultato è una coperta sanitaria troppo corta: turni infiniti per chi resta, e liste d’attesa che scoraggiano anche i più pazienti.
Ancora più critica la situazione dei pediatri. In un quartiere che registra il tasso di natalità più alto di Taranto, i medici per i più piccoli si contano sulle dita di una mano. Il paradosso è che tutto questo accade nel quartiere simbolo dell’emergenza ambientale italiana. Qui, dove i dati sanitari raccontano di malattie respiratorie, oncologiche e cardiovascolari sopra la media nazionale, dovrebbe esserci una presenza medica rafforzata, non ridotta.
Come riportato sul La Gazzetta, “la Asl di Taranto ha riconosciuto ufficialmente l’esistenza di “zone carenti” di medici di base e pediatri. Sono stati pubblicati nuovi avvisi per coprire gli incarichi vacanti, mentre la Regione Puglia punta sulla riorganizzazione dell’assistenza primaria con l’attivazione delle Aft – le Aggregazioni Funzionali Territoriali – entrate in vigore il 1° luglio 2025”. L’obiettivo è garantire una copertura h12 e una maggiore vicinanza tra cittadini e servizi. Sei di queste strutture sono previste per Taranto, ma servirà tempo perché diventino operative.
Nel frattempo, ai Tamburi, la gente continua ad arrangiarsi. A scambiarsi consigli su quale medico accetti ancora nuovi pazienti. A sperare che qualcuno risponda al telefono della Guardia Medica. È l’altra faccia di un quartiere che da decenni combatte contro l’inquinamento, ma che oggi deve lottare anche contro l’abbandono.