Quel che è certo è che l’operazione Loiodice ha portato ai Ladisa ciò che maggiormente desideravano: credibilità immediata e consenso popolare. Il tifoso vuole il sogno, vuole il nome, vuole il colpo. L’ha avuto. Adesso però vuole anche la vittoria, la promozione, la gloria
Loiodice, il colpo da Champions nel campionato di Eccellenza pugliese. Il Taranto aveva bisogno di una scossa, di un segnale, di un gesto forte per convincere la piazza che sì, il ritorno tra i “grandi”, o quantomeno tra i “professionisti”, non è un miraggio irraggiungibile, ma un obiettivo reale, concreto, quasi già festeggiato in anticipo.
E quale miglior modo di rassicurare una tifoseria ansiosa, una curva impaziente e una città che mastica calcio a colazione, pranzo e cena? Semplice: comprare la “Ferrari” più lucida del mercato e parcheggiarla in un campionato dove di solito circolano Panda a metano.
E così, ecco arrivare Nicola Loiodice. Il giocatore più corteggiato, più ambito, più chiacchierato del dilettantismo pugliese. Uno che in Eccellenza ci sta come un tenore alla sagra della porchetta: può anche starci, ma è evidente che è di un’altra categoria.
Il Taranto lo ha preso. Punto. Il Barletta, che era la destinazione preferita del ragazzo, ha alzato le mani quando ha visto la cifra. Siena e Scafatese hanno fatto retromarcia appena hanno intuito che servivano molti zeri. La famiglia Ladisa invece no: loro hanno detto “va bene, quanti ne volete?”. E così, tra Fasano da convincere, calciatore da accontentare, trattativa da gestire e procuratore da applaudire, il colpo è andato in porto. Contratto fino al 2027, cifre che nel dilettantismo si vedono solo se si sbaglia a mettere una virgola nel bilancio.
A spuntarla su tutti? Giuseppe Abruzzese, astuto/capace procuratore di Loiodice, che ha manovrato l’operazione con la calma e la precisione di un chirurgo. Ha tenuto in mano i fili della trattativa come un burattinaio esperto. Ed alla fine ha portato a casa per il suo assistito un accordo “a cinque zeri”, roba che nell’Eccellenza pugliese fa più rumore dei botti di Capodanno a Taranto.
La piazza ionica, intanto, ha ritrovato entusiasmo. C’è chi parla di colpo del secolo, chi di progetto ambizioso, chi di “promozione ipotecata”. Come se bastasse una rondine, per quanto talentuosa, a far primavera in uno spogliatoio dove ora qualcuno, a leggere le cifre, potrebbe aver improvvisamente nostalgia delle tabelle ACI.
Perché questo è il punto: quando entra uno stipendio “straordinario” per la Serie C in un campionato da Eccellenza, inevitabilmente si sballano gli equilibri. E domani, al primo mercato utile, che si farà?
Ogni giocatore che varcherà la porta dell’ufficio della società si siederà, incrocerà le braccia e penserà: “Sì, tutto bello… ma io quanto prendo rispetto a Loiodice?”
Ma intanto Taranto si gode il suo gioiello. Loiodice ha talento, qualità, idee, colpi. E nel frattempo gioca pure nella FC Cesar della spettacolare Kings League di Gerard Piqué, dove le regole sono più fantasiose delle richieste dei tifosi rossoblù a inizio stagione. Una doppia vita calcistica che affascina e preoccupa: Nicola saprà gestire la fatica, le aspettative, la pressione di due mondi opposti? Domanda da un milione di euro. O almeno da cinque zeri.
Quel che è certo è che l’operazione ha portato ai Ladisa ciò che maggiormente desideravano: credibilità immediata e consenso popolare. Il tifoso vuole il sogno, vuole il nome, vuole il colpo. L’ha avuto. Adesso però vuole anche la vittoria, la promozione, la gloria. Perché nel calcio, si sa: chi spende, pretende. E questa volta, a Taranto, hanno speso davvero. Troppo!


