È quanto comunica la componente della segreteria nazionale dei socialisti, nella nota stampa, in cui sottolinea l’incapacità del Governo nazionale, politica e tecnica, davanti ad un problema complesso come quello dell’ex Ilva
Solidarietà dal Partito Socialista italiano alle mobilitazioni che le operaie e gli operai hanno messo in campo a Taranto come a Genova. È quanto comunica la componente della segreteria nazionale Laura Di Santo nella nota stampa, in cui sottolinea l’incapacità del Governo nazionale, politica e tecnica, davanti ad un problema complesso come quello dell’ex Ilva: “A nulla sono serviti gli incontri romani né le proposte di buon senso che pure gli enti locali, in testa il sindaco Bitetti, hanno presentato a Roma. Ciò che fa davvero gelare il sangue è il sospetto che il governo Meloni sia d’accordo con i progetti bellicisti che il ceto dirigente e politico che va al momento di moda sta concependo per l’Italia, per l’Europa, per i giovani e per i nostri figli”.
Di Santo sottolinea che, vista da questa prospettiva la lotta delle operaie e degli operai di Taranto e di Genova, è più che legittima e fondamentale per il futuro del Paese: “Tutti gli sforzi politici vanno investiti per garantire occupazione, produzione, quote di mercato; garantire gli istituti di welfare (scuola, sanita e pensioni in primis) opponendosi invece a coloro che intendono spostare verso la produzione di armi tutto il bilancio pubblico”.
Il monito dei socialisti italiani: “Siamo al fianco degli operai e dei sindacati perché vogliamo costruire una Italia di lavoro e non di povertà; un Paese, una Europa che li protegga dalle patologie con una sanità efficiente e gratuita, non una Europa che li deporta in scenari di guerra; una quotidianità fatta di una dimensione pacifica normale e non fatta da “prima linea”, fosse comuni e trincee. Gli operai con le loro mobilitazioni ci stanno indicando una via per il futuro: o si sta con il lavoro o si sta con la guerra. Come già disse Juan Juares: contro la guerra non sono ammissibili posizioni intermedie” conclude Di Santo.


