Intervista a Daniele Lacarbonara, proprietario del primo stabilimento balneare pugliese ad aver introdotto un bagno gender neutral
La notizia ha fatto il giro dei social e delle testate giornalistiche, arrivando all’attenzione nazionale attraverso il Corriere: a Campomarino di Maruggio, in provincia di Taranto, lo stabilimento balneare Tuareg ha realizzato e aperto al pubblico il primo bagno gender neutral della Puglia.
Di cosa si tratta, concretamente? Di servizi igienici aperti a tutti coloro che non si identificano necessariamente col genere sessuale maschile o femminile.
Abbiamo raggiunto telefonicamente Daniele Lacarbonara, proprietario dello stabilimento Tuareg, per chiedergli com’è nata questa idea e quale accoglienza ha avuto tra i clienti della struttura.
Daniele, diciamocelo chiaramente: è una trovata pubblicitaria, per attrarre più clienti insomma, oppure si tratta davvero di un’azione mirata ad una maggior inclusione?
Lo stabilimento Tuareg lavora a pieno regime da vent’anni, con tantissimi clienti stranieri, pugliesi e di ogni parte d’Italia. Grazie a Dio, l’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è la pubblicità. E posso dire una cosa? Non avrei mai immaginato tutto questo clamore per un gesto che, nelle mie intenzioni, mira solo a dare maggior attenzione a tutti. Conosco la mia clientela e metto i suoi bisogni al centro delle mie azioni imprenditoriali: per questo, ho fortemente voluto che tutti potessero sentirsi a proprio agio nel nostro stabilimento. Ed è questo l’unico motivo che mi ha spinto.
Dalle dichiarazioni rilasciate in merito alle tue precedenti interviste abbiamo notato che c’è ancora confusione tra orientamento sessuale e genere: non è detto, infatti, che le due cose siano correlate, anzi.
Non sono un sociologo (ride, ndr), ma un imprenditore. Io credo che si tratti di una questione soggettiva: esiste una pluralità di sensibilità ed è a questa pluralità che ho voluto dare spazio ed attenzione. Nel mio stabilimento ciascuno deve sentirsi libero di usare lo spazio in cui si sente più a suo agio.
Qual è stata la reazione della clientela? Ci sono state critiche o polemiche da parte del contesto territoriale d’appartenenza?
Assolutamente no, anzi. Ho trovato pieno appoggio da parte di clienti abituali e non e delle associazioni di categoria. Aggiungo che i ragazzi hanno accolto la notizia con indifferenza: nel senso che per loro è normale, non trovano ragioni ad essere stupiti o a sollevare clamore sulla questione. Su questo e molto altro le nuove generazioni si stanno rivelando più inclusive di noi.
Pensi che sarebbe interessante andare nella direzione di un bagno gender free, ovvero senza alcuna distinzione di genere?
Al momento la normativa sanitaria prevede l’esistenza obbligatoria, nella struttura, di bagno maschile, femminile e per persone con handicap. Io non credo che sia necessario abbattere del tutto le vecchie barriere, perchè così andremmo ad urtare la sensibilità di chi ha bisogno di riconoscersi in un determinato genere. Penso che la guida migliore possa fornirla solo il rispetto di tutte le sensibilità: ed è quello a cui miro nel mio lavoro.