Fiom Cgil, Usb e Uilm: “Via Arcelor Mittal da Taranto, lo Stato assuma la regia del quadro industriale del Paese prima che sia troppo tardi”
“Dal ministro Urso aspettiamo la parola fine a tutto il sacrificio e a tutto il manicomio di questi anni”: queste le parole di Rocco Palombella, segretario generale Uilm, durante il sit-in che si sta svolgendo a partire dalle ore 14 davanti alla sede del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, all’interno della quale è in corso il tavolo convocato dal ministro Urso sull’ex Ilva.
“Ogni volta che hanno rinegoziato – ha dichiarato Palombella – hanno sempre tolto qualcosa alle città, ai lavoratori, e noi non siamo riusciti a sapere cosa loro hanno realmente concordato. Ci aspettiamo che spieghino cosa hanno fatto e come intendono
risolvere un problema ormai drammatico che coinvolge famiglie, persone e un’intera comunità. Tutti parlano di rilancio, di
produzione, di acciaio green, ma noi non abbiamo visto una cosa positiva. Ogni anno che è passato hanno perso quote produttive ed aumentato il numero dei lavoratori in cassa integrazione”.
Il segretario della Fiom Cgil, Francesco Brigati, punta il dito contro la gestione di Arcelor Mittal: “Ha procurato solo cassa integrazione e licenziamenti e nulla di buono dal punto di vista ambientale. E’ giunto il momento di dire no e lo sciopero di oggi va nella direzione di dire via Mittal da Taranto, via Mittal dall’Italia, non lo vogliamo, bisogna cambiare”.
I rappresentanti di USB sottolineano, all’indomani dell’incontro che si è svolto al Mimit con il ministro Adolfo Urso sull’andamento complessivo del settore metalmeccanico, che “l’assenza di una forte regia del pubblico ha permesso il depauperamento del quadro industriale del nostro Paese, spogliato ormai della capacità di definire la strategia industriale sul quadro del fabbisogno”.
“Al ministro si è richiesto, inoltre, di definire un metodo di lavoro, con la garanzia di un tavolo permanente sul settore: un percorso così complesso può essere gestito solo attraverso la trasparenza ed il confronto continuo, non è più accettabile l’inseguimento delle emergenze ed i tavoli una-tantum convocati solo quando ormai c’è da gestire la desertificazione industriale del Paese”.