Sull’inquinamento ambientale l’azienda ha dichiarato che “il benzene rilevato dalle centraline è inferiore al valore limite annuale”
Acciaierie d’Italia ha comunicato che nello stabilimento di Taranto non si sono verificate fermate degli impianti produttivi a seguito dello sciopero in atto.
Nel turno della notte, infatti, iniziato alle ore 23 di ieri, l’adesione alla protesta è stata del 2%. Nel turno in corso, iniziato alle ore 7 di oggi, l’adesione allo sciopero si attesta, invece, sul 9%.
Sul fronte dell’inquinamento ambientale, invece, l’azienda ha dichiarato tramite un tweet che dai dati di Arpa Puglia emerge che i livelli registrati dalle centraline di Taranto sono sempre inferiori al valore limite annuale pari a 5 microgrammi/m3 (microgrammi per metro cubo) fissato per la qualità dell’aria dal D.Lgs. 155/2010 in conformità alla normativa comunitaria”.
Lo scorso 5 gennaio la stessa Agenzia per la protezione ambientale della Puglia (Arpa) aveva inviato una nota con la quale chiedeva alla fabbrica di adottare “tutti i possibili interventi correttivi di riduzione delle emissioni di benzene da parte dello stabilimento siderurgico”.
Intanto continua il tavolo di confronto convocato a Roma dal ministro Urso: presenti per Acciaierie d’Italia l’ad Lucia Morselli e il presidente Franco Bernabè, per Invitalia l’ad Bernardo Mattarella, in video collegamento il presidente della Puglia Michele Emiliano, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci. Per i sindacati, sono presenti i segretari generali di Uilm Rocco Palombella, della Fiom Michele De Palma, della Fim Roberto Benaglia e per Usb Francesco Rizzo.