sabato 27 Luglio 24

Ex Ilva, proteste dei sindacati per la  chiusura altoforno 2

“La decisione dell’azienda ci pone difronte alla triste e gravissima realta’ della fine della piu’ grande acciaieria d’Europa”

Acciaierie d’Italia, ex Ilva, ha dichiarato questa sera con una nota che l’altoforno 2 del siderurgico di Taranto si fermera’ dal 4 all’11 dicembre.
“Acciaierie d’Italia – si legge nella nota – informa di aver avviato un programma di interventi manutentivi riguardanti diverse aree produttive. Gli impianti interessati dalle manutenzioni sono quelli marittimi, i parchi, le linee di agglomerazione, la cokeria, l’acciaieria e il treno di laminazione.
Le attivita’ manutentive sono state programmate e ottimizzate in modo da poter essere eseguite in parallelo, al fine di minimizzare la riduzione della capacita’ produttiva.
La produzione di ghisa dell’altoforno 2 sara’ quindi sospesa per sette giorni a far corso da lunedi’ 4 dicembre e riprendera’ regolarmente il giorno 11 dicembre”.
Date lievemente diverse comunicano in merito alla fermata i sindacati, 5-12 dicembre, valutando probabilmente tempistiche diverse. Con questa fermata, lo stabilimento di Taranto scende da due altiforni in marcia ad uno. Un terzo, l’altoforno 1, e’ fermo gia’ da agosto insieme all’acciaieria 1.
La Uilm nazionale, con Rocco Palombella e Guglielmo Gambardella, dichiara che “la decisione dell’azienda di fermare a Taranto l’altoforno 2, ci pone difronte alla triste e gravissima realta’ della fine dell’ex Ilva, la piu’ grande acciaieria d’Europa. A luglio era stato gia’ fermato altoforno 1 e con la fermata di altoforno 2, restera’ in marcia un solo altoforno con il rischio, fra l’altro, di problemi di sicurezza impiantistica per lo stabilimento”.
“Con questa decisione, di fatto – dice la Uilm -, l’ex Ilva di Taranto sarebbe ferma se si considera che la quasi totalita’ dell’area a freddo e’ gia’ ormai da tempo quasi completamente inattiva. Un evento mai accaduto in circa quant’anni di attivita’.
Vogliamo ricordare al Governo che ArcelorMittal gia’ nel 2019 annuncio’ la fermata degli impianti ma l’esperienza evidentemente non e’ servita.

Se fossimo in un altro Paese – conclude il sindacato -, il Governo in carica assumerebbe ad horas un provvedimento straordinario per impedire la fermata di un asset strategico”. (AGI)

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