Una lettera indirizzata al ministro: “Evitiamo la crisi dell’indotto tarantino”
L’Associazione Indotto AdI e General Industries incontrerà questa mattina il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: sul tavolo le recenti vicende che hanno visto il Governo italiano intervenire, in qualità di socio pubblico attraverso Invitalia, per risollevare le sorti del siderurgico tarantino, dichiarato di importanza strategica per gli interessi nazionali.
“Una situazione che porta la nostra Associazione – scrive il presidente di A.I.G.I., Fabio Greco, in una lettera indirizzata al ministro – forte preoccupazione in merito all’attuazione del piano industriale, alle modalità ed alle tempistiche entro le quali si realizzerà l’ambientalizzazione dello stabilimento e la sua svolta in tema green”.
“L’Associazione A.I.G.I. – spiega Greco – è un’organizzazione apolitica ed apartitica e rappresenta la “Casa” dove le Aziende dell’indotto e delle Grandi Imprese si integrano in maniera complementare promuovendo nuovi cluster e consolidando quelli storici assolvendo ad una missione comune”.
A.I.G.I. nasce, infatti, dall’iniziativa di 63 Imprese e 2 consorzi di autotrasportatori che, attualmente occupano oltre 5.000 unità lavorative dirette ed indirette e che raggruppa le principali aziende che operano da decenni sinergicamente con le Grandi Industrie della Provincia di Taranto.
“Le Aziende dell’indotto di Taranto – continua il presidente dell’Associazione A.I.G.I. -sono storicamente, le naturali estensioni organiche e funzioni degli insediamenti produttivi delle Grandi Imprese Joniche in una logica di “Distretto Industriale”. Per questo motivo ci preme particolarmente affrontare quelle tematiche la cui risoluzione non è più possibile procrastinare: ne va del futuro economico e sociale del nostro territorio. Riteniamo, infatti, che lo stabilimento siderurgico ed il suo indotto siano realtà complementari e fortemente interconnesse tra loro, i cui interessi coincidono. A prescindere dagli equilibri che potranno essere raggiunti all’interno della Governance tra il Socio Pubblico e Privato, ciò che vogliamo, ancora una volta, sottolineare è l’assoluta necessità del mantenimento dell’attuale modello di Governance Pubblico/ Privato. Garanzia, questa, di un giusto equilibrio tra produttività e Tutela dell’Interesse Pubblico. Rifuggiamo dal concetto anacronistico di Statalizzazione, foriero di vecchi incubi e fallimento eclatanti e di poltronifici politici”.
Per il presidente Greco è imperativo tornare a produrre: “La cassa integrazione costa – aggiunge – e non garantisce futuro né alle 5.000 famiglie coinvolte né al resto del territorio, che rischia, a catena, un impoverimento senza fine. L’Associazione A.I.G.I. è a favore di una fabbrica ambientalizzata e degli investimenti necessari a renderla tale, ma ci vorrà tempo: noi nel frattempo non possiamo vivere in una situazione di perenne emergenza. Inoltre, se non si riprende a produrre, come farà il Governo a finanziare la CIG oltre che ai dipendenti ADI, anche ai 5.000 diretti ed indiretti dell’indotto?”.
Alla luce di queste dichiarazioni, che esplicitano il pensiero dell’Associazione A.I.G.I. in merito alla questione ex Ilva, il presidente Greco specifica le richieste che saranno sottoposte all’attenzione del ministro Urso: innanzitutto l’applicazione dell’art. 17 ter D.P.R. 633/72, riguardante l’operazione con scissione dei pagamenti (Split Payment e certificazione del credito) in virtù della partecipazione statale all’interno della società ADI con possibilità successiva di compensazione in F24 di contributi rateali e previdenziali/assistenziali.
Poi, il riconoscimento dei crediti delle imprese dell’area di crisi di Taranto come privilegiati e la possibilità per tutte le Aziende dell’indotto dell’area di crisi di Taranto di avviare la CIG con pagamento diretto da parte dell’INPS indipendentemente dall’indice di liquidità.
L’Associazione chiede, inoltre, l’attivazione di una cabina di regia condivisa tra azienda, istituzioni e indotto nella quale “condividere strategie per valutarne insieme la strada migliore per tutelare l’ambiente, la produzione e il tessuto sociale in quanto abbiamo bisogno di pianificare, progettare e soprattutto concretizzare. La salvezza di questo territorio passa dalla realizzazione di un front comune intorno alle aziende che costituiscono, con le loro attività produttive, una quota parte del PIL regionale”.
Altrettanto fondamentale è l’apertura della misura “rilascio area di crisi industriale Legge 181/89” a fronte del credito proveniente dall’amministrazione straordinaria del 2015 “che – precisa Greco – è costata allo stesso indotto 150 milioni di euro”, creando così possibilità di investimenti, diversificazioni produttivi e recupero di posti di lavori diretti ed indiretti.
“A fronte dell’amministrazione straordinaria 2015 – aggiunge il presidente dell’Associazione A.I.G.I. – le aziende dell’indotto si trovano ad oggi a dover fare i conti con un rating bancario inappropriato, dunque si chiede, un intervento che possa garantire una reciproca fiducia con gli istituti bancari, creando quel rapporto di cessione del credito favorevole a sopportare la transizione economica nei prossimi mesi”.
Infine, l’Associazione Indotto AdI e General Industries chiede al ministro Urso di farsi garante del ripristino immediato dei normali flussi di lavoro nonché di un regolare pagamento dei crediti maturati dalle Aziende dell’Indotto. “Solo così – conclude il presidente Greco – possiamo evitare un default che rischia di coinvolgere tutte le aziende dell’indotto tarantino”.