sabato 27 Luglio 24

Vogliono Acciaierie d’Italia fuori da Confindustria

Niente è come sembra, tutto è in movimento. Tutto è ancora possibile. A cominciare dal Consiglio generale convocato per questo pomeriggio. CosmoPolis vi racconta in esclusiva le trame ordite dalle solite volpi. Il monito di Craxi ad Andreotti

Un passo alla volta. Nel pomeriggio di quest’oggi è convocato il Consiglio generale di Confindustria. Un incontro tutt’altro che formale. La ricomposizione con le imprese dell’indotto è un auspicio più che una certezza. Gli animi restano surriscaldati. Può accadere di tutto. Dopo ci sarà tempo per affrontare le altre questioni. Alcune piuttosto spinose; e, per certi versi, destinate ad incidere a lungo sugli equilibri futuri del locale sistema economico. A cominciare dalla possibile fuoriuscita di Acciaierie d’Italia dall’associazione guidata dal presidente Toma. L’impresa siderurgica, un mostro a due teste, con lo Stato ancora per poco socio di minoranza di ArcelorMittal, abbandonerebbe Confindustria Taranto e non l’organizzazione in toto. Resterebbe iscritta direttamente a Viale dell’Astronomia, in quel di Roma. Conservando un’adesione, per così dire, al solo livello nazionale. Cosa significa tutto questo? Diverse cose, tutte estremamente interessanti. Alcune facilmente desumibili. Un’impresa privata resta iscritta ad un’associazione se ritiene di poterne trarre vantaggio. Se coltiva nel tempo convenienze e opportunità. Le scelte ultime di Toma, invece, la decisione di sposare – e fare proprie – le posizioni del sindacato e della politica in merito allo sciopero da indire, non sono piaciute alla Morselli e a Bernabè. Ma a volere Acciaierie d’Italia fuori dalla locale Confindustria ci sono anche altri. Degli insospettabili. Un imprenditore tarantino, per esempio. Lo stesso che vorrebbe fare il presidente della Camera di Commercio. Che siede in Federmeccanica. E che, con  Antonio Gozzi – l’attuale numero uno di Federacciai – , spingerebbe per l’ingresso di nuovi soci nel futuro Consiglio di Amministrazione dell’ex Ilva. Imprenditori del nord. Amici con i quali essere amico. Se i franco-indiani dovranno essere fatti fuori, meglio portarsi avanti con il lavoro. Recidere per tempo ogni legame con loro. E ritagliarsi il ruolo di facilitatore di questa nouvelle vague della siderurgia piangi e fotti. Per poi passare all’incasso. Tutto è in movimento, molto fluido. La partita si gioca adesso. Si guardi con sospetto alle solite volpi, le loro riunioni sanno determinare solo stragi di galline. E sull’argometo, durante gli anni della Prima Repubblica, era celebre una frase che Craxi rivolgeva ad Andreotti: “Attento che le volpi, prima o poi, vengono catturate per essere impellicciate…”. 

 

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