Sospeso dal PD, Vincenzo Di Gregorio, con misura cautelare immediata. Nei partiti ormai morenti, esistono – e resistono – le commissioni di vigilanza. Lotte intestine, e anche un tantino intestinali, a sinistra. Il nostro progressismo alle vongole
I partiti saranno anche in difficoltà. Non suscitano più slanci ideali, passioni collettive, come un tempo. Le classi dirigenti espresse emozionano, mediamente, alla stregua di certe giornate uggiose di fine novembre. Ma, le proprie commissioni di vigilanza, sono vive e vegete. Dinamiche – e volitive – al di là di ogni più ottimistica previsione. Smarrita la vocazione progettuale resta loro, ai partiti of course, il collegio dei probiviri. La psicopolizia, per dirla con le parole di George Orwell.
La decisione era nell’aria, ma da qualche giorno è ufficiale. Ratificata dalla commissione interna al PD di terra jonica. L’iscritto Vincenzo Di Gregorio, già consigliere regionale, causa esternazioni social dispensate nei confronti del vicesindaco di Taranto Mattia Giorno, è stato sospeso, Con misura cautelare immediata. Caspita. Che “regalo” confezionatogli con luciferina tempistica. Pochi giorni prima del Natale. Mandato a casa per le feste, è proprio il caso di dire. Perché non più rieletto in Consiglio regionale. Perche senza più la tessera del proprio partito in tasca.
Lotte intestine, e non intestinali come disse qualcuno anni orsono, che si propagano nell’insignificante panorama politico locale. Che vedono protagonista il Pd: partito più sinistro, ormai, che di sinistra. Crogiolo di culture in precario equilibrio. Sospendere Di Gregorio per educarne cento. Tutto qui il nostro progressismo alle vongole.


