Non si tratta di una semplice visita istituzionale. Salvini arriverà martedì prossimo a Taranto per suggellare un patto politico. Serrare le fila di un esecutivo cittadino sempre più a trazione conservatrice. Nato a sinistra, cresciuto a destra
C’è un filo sottile che li Lega. Che li tiene assieme. Che Lega ciò che sino all’altro ieri appariva slegato. Distante. Inconciliabile. L’ex sinistro e l’attuale destro, il sindaco e il ministro, il kennediano dell’ultima campagna elettorale e l’estimatore di gente tranquilla – e serafica – come Marine Le Pen e Viktor Orbàn, s’incontreranno martedì prossimo. I due replicheranno certe riunioni della Lega Araba. In salsa tarantina, con sottolineature padane. Daranno il via libera alle Costruzioni Lega del Bus Rapid Transit (Brt). Non si tratta di una semplice visita istituzionale, come qualcuno vorrebbe lasciar credere. Un ministro, peraltro viceprèmier, non si sposta così facilmente. Non se ne va in giro per il Paese come se niente fosse. Salvini arriverà a Taranto per suggellare un patto politico a poche settimane dal voto europeo. Per definire, serrare le fila, di un esecutivo cittadino sempre più a trazione conservatrice. Una giunta nata a sinistra, cresciuta a destra.
La Lega, con il suo consigliere comunale Battista, non fa mistero di condividere molte delle scelte operate dal primo cittadino. Non da oggi, a voler essere sinceri. Merita un premio. La visita del leader maximo nella città che, solo un paio di decenni fa, volle essere leghista. Capitale sconclusionata di una Lega d’Azione Meridionale che marciava tra le vie di Mantova sognando una nuova marcia su Roma. Melucci e Salvini ricordano ciò che diceva Leonardo Sciascia a proposito del rapporto tra Italia e Spagna: “Si somigliano nel peggio, discordano nel meglio”.


