Genova e Taranto: oltre l’Ilva c’è di più. Ma il capoluogo ligure ha una classe dirigente di rango nazionale. Una sua storica cifra riformista. E noi, invece, resuscitiamo i Cinque Stelle accogliendo mozioni poi bocciate dall’avvocatura comunale. Il racconto dei grandi giornali italiani inchioda il Mezzogiorno alla sua marginalità culturale
Genova è più grande di Taranto, ma l’Ilva di Taranto è più grande di quella di Genova. L’imbuto industriale – e istituzionale – di questi giorni risiede, anche, nelle due affermazioni. Entrambe vere. Oggettive in egual misura. Ma poco enfatizzate nel dibattito pubblico. Genova senza Taranto è politica che soverchia l’economia; Taranto senza Genova è l’economia orfana della politica. Rilevante il confronto tra gli addetti nei due stabilimenti: 700 circa nella città ligure; oltre ottomila in quella pugliese. Più di dieci volte tanto. Con questi numeri, Taranto dovrebbe indicare la soluzione. E, Genova, dovrebbe mettersi in scia. Seguirne l’esempio. Ma, se provaste a leggere i grandi giornali italiani di questi ultimi giorni, sembra desumersi una realtà diametralmente opposta.
Perché? Perché la grande informazione in questo Paese, quella che orienta le scelte, quella che ispira i ministri, è sempre più centro-nordica. La “questione meridionale” è soprattutto questione di marginalità culturale. D’infrastrutture del pensiero edificate altrove. Poi esiste un altro tema: la forza messa in campo, la qualità media, delle locali classi dirigenti. Genova ha un sindaco dal chiaro profilo riformista ormai proiettato sulla scena nazionale. Invitata nei salotti che contano. Reclamata da un certo progressismo radical chic alla Otto e Mezzo. Si parla di lei come papabile candidata premier del centrosinistra alle prossime elezioni.
La nostra classe dirigente, invece, insegue i Cinque Stelle sul terreno della demagogia pelosa, resuscitando chi politicamente era passato a miglior vita. Vota mozioni improponibili, poi bocciate dall’avvocatura comunale. Perpetra l’equivoco di un ecologismo opportunista, da selfie, invece che misurarsi con le fatiche di governo. Con l’impopolarità delle scelte che avranno ragione dopo. Cum grano salis. Con un granello di sale puoi insaporire la minestra del buon senso. Genova e Taranto così diverse, eppure così identiche.


