domenica 3 Dicembre 23

Ha vinto il gettone di presenza

Tutti coperti e allineati. Tutti d’accordo sull’ingresso di renziani e centristi in maggioranza. Tutti tranne Di Gregorio. Il mezzogiorno di fuoco della politica tarantina si è trasformato in una commedia tragicomica. Aveva ragione Borges sugli specchi e sulla copula

Ha vinto il gettone di presenza. Ha vinto Melucci. Hanno perso i consiglieri comunali. Ha perso il Partito democratico, ma questa non è una novità. Hanno perso i tarantini perché, una democrazia senza dialettica, somiglia ad un’anatra azzoppata. La riunione di maggioranza, tenutasi nella tarda mattinata di quest’oggi a Palazzo di Città, certifica il passaggio a miglior vita della politica. La sua dipartita verso lidi, e mari, più sicuri. E l’ingresso definitivo in maggioranza di renziani e centristi.

Tutti hanno aderito al Documento Regio di Sua Maestà, pardon del sindaco di Taranto, senza colpo ferire. Tutti hanno abbracciato – e ritrovato – il figliol prodigo, Stellato. L’eroe delle due colonne doriche, vestigia di un’antichità che ammonisce il nostro valore perduto. Tutti tranne il consigliere comunale (e regionale), Di Gregorio. Lomuzio si è detto d’accordo ad una maggioranza che possa ampliarsi. Pittaccio seguirà il suo collega di gruppo nei prossimi giorni (oggi era assente). Su Fornaro (assente anche lei) si nutre un cauto ottimismo.

Alla fine l’unico che rischia di sedersi all’opposizione è proprio Di Gregorio. Una defezione importante, se si considera il suo ruolo in Consiglio regionale e tra le fila dei Democratici. Un problema di non poco conto per il Pd, il partito partito, andato, volato via da diversi anni per circumnavigare la sinistra italiana. Stiamo qui ancora ad aspettare che arrivi e si fermi da qualche parte. Che arresti la sua corsa inerziale. Aveva ragione Borges: “Gli specchi e la copula sono abominevoli perché moltiplicano il numero degli uomini”. Molto meglio la sua Buenos Aires al finto mezzogiorno di fuoco andato in scena a Palazzo di Città.

Articoli Correlati