L’onorevole e il sindaco, il destro e il finto sinistro, abbandonati i disaccordi abbracciano gli accordi. Un tempo duellavano a suon di comunicati stampa, adesso ricercano l’approvazione l’uno con l’altro. E il passato diviene, semplicemente, una terra straniera
Dopo essersi odiati, adesso si amano alla follia. Si scambiano sguardi dolci, consumano abbracci a distanza, cercano l’approvazione l’uno con l’altro. Alla modalità epistolare preferiscono i comunicati stampa diffusi in rete per tenersi in contatto. Per cercarsi. E dare forma al romanticismo ormai sbocciato. Alla passione che non si tiene. Politicamente si fa fatica, ormai, a distinguerli. A considerarli cose diverse di un medesimo schema d’azione. La parte destra e quella sinistra di coalizioni in evidente stato confusionale. L’onorevole Iaia e il sindaco Melucci sono il punto e la virgola di un periodo breve. Che prevede – alla fine – solo soggetto, predicato e complemento oggetto. Concordano, i due, sui voli civili dall’aeroporto di Grottaglie. Sull’ex Ilva. Sui Giochi del Mediterraneo. Sulla critica da rivolgere all’amministrazione regionale. Sulle lodi da tessere verso l’operato del ministro Fitto. Sul fatto che Meloni, dopo De Gasperi e Moro, sia la più grande statista che potesse regalarci la sorte. Sul trasformismo male necessario per democrazie agonizzanti. Concordano su tutto, insomma.
I tempi dei distinguo sprezzanti, delle sottolineature spazientite, dei comunicati stampa che si sfidavano in campo aperto senza amoreggiare è, al pari del passato, una terra straniera. Un non-luogo a procedere. Quello che è stato e oggi non è più. Iaia è intelligenza artificiale al quadrato. Nomen omen: Ia-Ia. Melucci dimentica il passato pur di non pensare al futuro. Vive in un eterno presente. L’onorevole e il sindaco, politicamente una coppia di fatto.