Più interessante dell’Ulivo degli scorsi decenni, più intelligente del campo largo, c’è soltanto “Io c’entro”: l’associazione politico-culturale, nata a Taranto, che inciderà sugli assetti futuri d’Europa. Della Cina. Degli Usa. I biglietti si staccano a Palazzo di Citta. Anche le prossime candidature per le Regionali
Io c’entro. Tu c’entri. Egli (Ella) c’entra. C’entriamo tutti in questa storia che non fa centro. Che interessa pochi. Che riguarda alla fine, così come in principio, i soli addetti ai lavori. Che cerca di organizzare il consenso in assenza del progetto. Molti ramoscelli non fanno un ulivo, si sarebbe detto ai tempi dei governi presieduti da Romano Prodi. Così come una rondine difficilmente potrà fare primavera. Tante liste civiche dai nomi approssimativi, il più delle volte scontati, tenute assieme dal collante di un potere nudo, ingordo, sono altra cosa dalla proposta politica. Dalla buona prassi amministrativa. Dal merito che va liberato dai bisogni. Il consigliere del sindaco di Taranto, e attuale presidente del Consorzio Asi partecipato dallo stesso comune, vuole aiutare Melucci a fare Carrieri (Costanzo). Pardon, a fare carriera. Offrirgli una casa di appartenenza, dopo che ha rotto con la sinistra e non legato con la destra. Rivendicare insomma, per il suo datore di lavoro, diritti di cittadinanza che lo allontanino dallo status di apolide confuso e (in)felice.
Le elezioni si avvicinano, le Regionali bussano alla porta. Il sindaco di Taranto potrebbe volersi candidare; il sindaco di Taranto potrebbe voler candidare il suo capo di gabinetto. Tutto è possibile e niente è probabile. Io c’entro. Tu c’entri. Egli (Ella) c’entra. Più che all’ingegneria politico-istituzionale, sembriamo votati alla piaggeria delle idee. E’ parola che si fa afona il nostro desiderio di successo. Nient’altro che un uomo in Carrieri…