La parabola discendente del sindaco di Taranto, il futuro prossimo di Emiliano, le Province che torneranno ad essere enti di primo livello. Storia desolante, da commedia tragicomica, di una politica locale votata al dinamismo statico
Si muove rimanendo immobile la politica locale. Quasi fosse preda di una frenesia scomposta, come tarantolata insegue il probabile in mancanza del possibile. A Palazzo di Città – cosi come in Regione – prevale la sola gestione del potere Quanto all’eventuale elaborazione del progetto, la mera tenuta dell’esistente non contempla spazi ulteriori. Una sorta di Medioevo del pensiero libero, la negazione della fisiologica dialettica democratica, occupano il campo della contesa. Il commissariamento dei Giochi del Mediterraneo rappresenta soltanto l’ultimo atto di una commedia dai tratti tragicomici. Di un’improvvisazione maldestra e dannosa al tempo stesso. Con il fallimento amministrativo a schiudere le porte delle istituzioni ai tanti uomini senza qualità – e mestiere – raccontatici da Robert Musil nel suo libro-capolavoro. Il sindaco di Taranto è forte nei numeri che conserva in Consiglio comunale, nell’esibizione del contenitore sprovvisto del necessario contenuto, ma debole nella prospettiva. Nella visione da consegnare alla città. Nella proposta che non risenta di effetti lisergici e capricci adolescenziali. Il cerchio magico che lo attornia, consiglieri che sconsigliano, lo indebolisce ulteriormente invece che aiutarlo. Pur di conservare la poltrona, pur di non andarsene a casa, Melucci ha intessuto nelle ultime settimane rapporti con chi a casa lo ha già mandato nella scorsa legislatura. Sente un giorno sì – e l’altro pure – Massimiliano Stellato. La sua eventuale ancora di salvataggio per una legislatura che, con i Giochi gestiti da altri, ha ben poco da dire ormai. A Bari, in Regione, Emiliano si prepara a fare le valige per Strasburgo. Il suo rapporto con i pugliesi è ai titoli di coda, finito da tempo. Anche nel suo caso, come per il primo cittadino del capoluogo jonico, il dinamismo statico che impersonifica cela una preoccupante inerzia del pensiero. Una conoscenza gestionale da scuole serali per ripetenti non pentiti. La politica prodotta in tutti questi anni, soprattutto nel comparto sanitario, offrirà in futuro possibili spunti di studio a storici e analisti della decrescita felice. Le uniche novità potrebbero arrivare l’anno prossimo, in primavera, con l’election day. Europee e consultazioni provinciali da celebrare nello stesso giorno. Con i partiti che, tolto dalla scena Delrio e la sua goffa riforma, già si sfregano le mani. Difficile che si vada da qualche parte alla fine, nonostante qualcuno creda di stare a percorrere la Route 66. D’altro canto cos’è il genio se non l’equilibrio sul bordo dell’impossibile.