martedì 18 Febbraio 25

L’ILVA VISTA DA SINISTRA

Il silenzio rumoroso dell’onorevole Decaro, presidente della Commissione europea “Ambiente e Salute pubblica”, sulla prossima vendita del siderurgico tarantino. Questa vicenda ci ricorda l’invito che Nanni Moretti rivolse a Massimo D’Alema nel film “Aprile”

Con il suo film “Aprile”, Nanni Moretti esortò Massimo D’Alema a dire qualcosa di sinistra. Noi più sommessamente, dalle pagine di un giornale corsaro ed irrequieto come CosmoPolis, chiediamo all’onorevole Decaro, presidente della Commissione europea “Ambiente e Salute pubblica”, di dire qualcosa su Taranto. E sulla vendita prossima ventura del siderurgico d’acciaio a gruppi imprenditoriali stranieri. Consideriamo i suoi silenzi rumorosi sulla vicenda, per il ruolo istituzionale che rappresenta, per il fatto che sia un pugliese, per l’eventualità sempre più concreta che si candidi come successore di Emiliano, note stonate. Distanze non comprensibili; e poco in linea con la meritata popolarità conseguita da mister 500 mila preferenze.

La vendita dell’ex Ilva non è questione derubricabile a mera prassi di politica industriale. Investe – e riguarda – le aspettative ambientali di una delle aree più inquinate del pianeta. Attraversa diritti inalienabili, troppe volte compromessi ed estromessi dall’agone politico, come quelli afferenti la salute pubblica. Coinvolge una certa idea di relazione tra le ragioni della produzione e quelle della natura, di equilibri ecologici in grado di schiudere una nuova rivoluzione industriale, di progresso non schiavo delle sole prerogative dello sviluppo per dirla con le parole di Pier Paolo Pasolini. Passa dal capoluogo jonico, insomma, più che da qualsiasi altra città europea un’idea compiuta di futuro. Di lascito morale – e materiale – da destinare alle future generazioni. Di passi che cambino il loro senso di marcia per non replicare l’eterno esistente.

Per queste ragioni, onorevole Decaro, ci saremmo aspettati che lei dicesse qualcosa sull’argomento. Effettuasse magari una visita ufficiale, nelle vesti di presidente di commissione, a Taranto. Nella sua – e nostra – Regione. In quella Puglia che è qualcosa di significativamente più grande, e articolata, della sola città di Bari.

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