I Giochi del Mediterraneo, la loro kafkiana e melodrammatica organizzazione, rappresentano ciò che siamo diventati. Un Paese da chiacchiere al bar, inconsistente, a digiuno di letture, impressionato dalla mediocrità. Bene ha fatto il commissario Ferrarese a minacciare le proprie dimissioni
E’ una classe dirigente di plastica quella che potrebbe determinare il fallimento dei Giochi del Mediterraneo. Senza letture e rimorsi di coscienza. A suo agio con la vergogna esibita neanche fosse un titolo di merito. Emblema di un Paese che, da Tangentopoli in poi, ha smarrito la qualità senza arginare la corruzione. Barattato il riformismo con il populismo. Confuso la via giudiziaria della politica con una politica che fosse giudiziosa. Non è diligente la classe dirigente italiana. Per niente. Se dirige, dirige al massimo se stessa e i propri interessi. E quelli degli amici. E ancora: degli amici degli amici. La direzione impressa alle comunità amministrate, invece, quando non ti precipita nel baratro, non ti confonde con le chiacchiere da bar, galleggia con il minimo sindacale. Con l’approssimazione che acuisce i problemi mancando la soluzione degli stessi. I prossimi Giochi del Mediterraneo di Taranto sono cartina di tornasole di questo schema. Della nostra arlecchina – e tracotante – inconsistenza. Del va tutto bene madama la marchesa. Quando, in realtà, tutto volge al peggio. Al ribasso. All’inerzia. Al ristagno di acque morenti. Riunioni fiume, conferenze stampa che neanche la valeriana riuscirebbe a preannunciare il sonno in egual misura, sindaci che spostano da un capo politico ad un altro la propria sudditanza culturale, le opposizioni che divengono maggioranze e le maggioranze che divengono opposizioni, stuolo di progettisti che progettano scrivendo sul ghiaccio le loro idee, comitati internazionali ospitati in stanze lussuose che affacciano sul Mar Piccolo, legislature che rischiano di terminare anzitempo se non marcasse visita la firma ultima dell’italico “tengo famiglia”.
C’è tutto questo, e molto altro ancora, nei Giochi del Mediterraneo di Taranto. A mancare sono i decreti attuativi, le risorse finanziare insomma. La pecunia non olet. Mancano i cantieri aperti a poco più di due anni dall’avvio della manifestazione. Manca tutto quello che non dovrebbe mancare. Mentre siamo gravidi, sazi, persino disturbati del superfluo. Dell’inutile che fa scena trascinandoti nell’osceno. Bene ha fatto il commissario Ferrarese a minacciare le proprie dimissioni. Rischia di rimanere con il cerino in mano non avendo colpe. Le responsabilità attengono altri. Alla classe dirigente che ci siamo persi quando qualcuno ho coltivato l’ambizione che, abolito il merito, avanzasse con fare deciso la moralità. L’inizio della nostra fine nacque in quel preciso istante.