Anatomia di una sconfitta elettorale: a Taranto, così come a Massafra. La nouvelle vague della destra tarantina. E la massima di Gesualdo Bufalino
Esiste la destra estrema. La destra sociale (e corporativa) di Ugo Spirito. La destra fascista. La destra liberale e conservatrice. Esiste persino la destra della sinistra, espressione con la quale Palmiro Togliatti apostrofava e dileggiava la componente “migliorista” del suo stesso partito. E poi ci sono i maldestri: epigoni, in servizio permanente effettivo, di una destra con la vocazione alla sconfitta. Felicemente perdente. Comodamente seduta all’opposizione. Non pervenuta, perché nessuno l’ha mai vista arrivare.
Una destra consustanziale nella sostanza – e nella natura – alla Santissima Trinità. Non quella del padre, del figlio, e dello spirito santo. Ma quella dell’onorevole De Palma, dell’onorevole Iaia, e del consigliere regionale Perrini. A loro, alla nouvelle vague della destra tarantina, va riconosciuto un merito. Una particolarità. Qualcosa che ricordi alla lontana il talento. Cosa? La circostanza per mezzo della quale divengono minoranza la maggioranza dei voti disponibili. Trasmigrati a sinistra, o ricacciati nelle sacche dell’astensionismo, perché impossibilitati nell’accomodarsi a destra.
Nel racconto di queste ore, inerente la vittoria della sinistra alle Amministrative di Taranto, manca l’esame nell’altra – e dell’altra – metà campo dell’agone politico. L’individuazione delle responsabilità; l’indicazione dei responsabili. Tutti sembrano aver vinto anche quando si è perso. E’ una sorta di epifania del diversamente perdente; e, in egual misura, del diversamente vincente. Con gli avverbi sostituitisi all’analisi del voto. Chi ha indicato Luca Lazzaro, colui che ha meno responsabilità di tutti alla fine per la débacle elettorale, come candidato sindaco a Taranto? Chi ha voluto intestarsi la scelta di Emanuele Fisicaro, per il medesimo ruolo, nel comune di Massafra? Sempre loro. Continuavano a chiamarlo – a chiamarli – trinità. Aveva ragione Gesualdo Bufalino: “Il sonno è di destra, il sogno di sinistra. Votate per una lucida insonnia”.