L’astensione dell’altra sera sul Bilancio, da parte di larghi strati dell’opposizione, prepara l’ennesima rivoluzione conservatrice nella politica tarantina? Melucci è, di fatto, un sindaco di centrodestra più che di centrosinistra ormai. E gli sguardi e i sorrisi con (i dolori del giovane) Walter spiegano più di un corso accelerato di Scienze Sociali
Si odiano amandosi Melucci e Musillo. Ricordano, entrambi, il titolo di una bellissima canzone di Rino Gaetano:”Mio fratello è figlio unico”. Incrociano gli sguardi in segno d’intesa, quasi a voler rimarcare le ragioni di una parentela laica non scolpita nel diritto di famiglia. L’uno rimane seduto in Consiglio comunale, scuro in volto, rimuginando sul male che l’uomo può fare a se stesso. L’altro si guarda attorno, sposta nervosamente la sedia sulla quale è seduto, fa finta di riordinare i fogli sparsi sul tavolo. E, al momento della votazione del Bilancio, guadagna come se niente fosse l’uscita dall’Aula. Perché, dirà più tardi, una forza di minoranza esercita la propria funzione facendo mancare il numero legale anche se lo stesso non manca per niente. Astenendosi. Giocando di fino. Che bravo (i dolori del giovane) Walter. Che bravi quelli di ‘Svolta liberale’. E con loro quegli altri di Fratelli d’Italia. Che brava l’opposizione che finge di non sapere contare. Che vuol mandare a casa Melucci guardandosi bene dal votargli contro il Bilancio. A disagio con il numero legale nell’ora legale di un’Amministrazione, e di un sindaco, già espulsi dalla storia di questa città. Divenuti passato nel presente progressivo. Singolari le cose che accadono a Taranto, realtà più sudamericana che mediterranea.
Le sinistre che hanno vinto le elezioni passano all’opposizione; le destre, che hanno perso le elezioni, si astengono aspettando Godot. Preferendo il corridoio all’assemblea legislativa, la telefonata da Roma all’esercizio del dovuto, non si sa mai accada qualcosa nel frattempo. I governi di minoranza necessitano di apporti altri per divenire esecutivi di maggioranza. Di conteggi aggiornati. Di perimetri che sconfinino negli opposti schieramenti e confutino il responso delle urne. Melucci è di fatto, oggi, un sindaco più di centrodestra che di centrosinistra. E gli occhi sorridenti di Musillo e del sindaco di Taranto, che si cercavano e s’incrociavano l’altra sera in Consiglio comunale, potrebbero preparare l’ennesima rivoluzione conservatrice di questa sfortunata stagione politica. I due si odiano pur amandosi.