Riunione di volpi, strage di galline. La politica tarantina non esiste più. A Palazzo di Città invece che governare, si chiacchiera. Si fa finta di litigare pur di dare un quarto di nobiltà a brandelli di potere senza più rappresentanza. L’unica nota positiva di giornata è la conferenza stampa con i giornalisti annullata
La riunione con i consiglieri di maggioranza, quelli vecchi e quelli nuovi, alla fine si è tenuta. L’incontro con la stampa – previsto per le 15 di quest’oggi – invece è stato annullato. Meno male, pensate che noia. Non avrebbe saputo cosa dire ai giornalisti il sindaco che ha elevato il proprio umore ballerino a nuova dottrina politica. Che scatena le tempeste incontratesi in un bicchiere d’acqua. Che trascorre le domeniche su WhatsApp ad agitare il pollice e l’indice più malfermi della città. Non si governa più a Palazzo di Città, si chiacchiera. E si litiga aspettando che il tempo scorra e la fine del mese sopraggiunga. Si sbroglia la matassa per poi imbrogliarla un minuto dopo, in un sorta di gioco infinito la cui somma fa sempre zero.
Pur di rimanere attaccati a brandelli di potere digiuno di consenso popolare, ci si vota a tutto. Anche a riunione di maggioranza che non servono a nulla, che replicano il medesimo canovaccio, che fanno apparire Stellato ‘Camillo Benso Ponte di Cavour’, che testimoniano l’equilibrismo afono del gruppo consiliare “Con”, che rischiano di far azzuffare tra loro consiglieri frustrati da un potere che logora ma dal quale non si può più fare a meno.
Tutto resta così com’è nel Palazzo d’Inverno di una politica locale accaldata e riscaldata: il sindaco non si dimette, neanche per finta, utilizzando la finestra dei sessanta giorni per eventuali ripensamenti così come recita la legge, la giunta resta tale e quale, i consiglieri fanno una sonora pernacchia in faccia ai loro partiti. Risulta non pervenuto il M5S, ma anche in questo caso non si tratta di una novità. Parlare del Pd è come sparare sulla Croce Rossa e indossare il cilicio al tempo stesso. Saranno i consiglieri, eventualmente, a chiedere una nuova verifica di maggioranza. Melucci arriverà sino al 2027, mangerà questo e altri panettoni, nonostante i caratteri mercuriali confliggano con analisi complesse e sintesi fulminee. Confida pur sempre l’Amerigo Melucci nella santa alleanza stretta con il gettone di presenza e la sua potente ideologia. Anche Taranto arriverà al 2027. Non sappiamo in quali condizioni però.