E’ la politica, bellezza! Il centrodestra ha deciso, si apparenta con Tacente. Per il centrosinistra è diverso: il Turco c’è, ma non si vede. La disaffezione al voto è anche la conseguenza logica della nostra divertita (e poco divertente) marginalità culturale
Questo apparentamento s’ha da fare. Roma ha deciso, il centrodestra tarantino obbedisce senza colpo ferire. Com’è nella sua natura. I simboli di Fratelli d’Italia, Forza Italia (e, molto probabilmente, ‘Noi Moderati’) figureranno sulla scheda elettorale l’8 e il 9 giugno. A sostegno del candidato sindaco: Francesco Tacente. Si ha tempo sino a sabato prossimo per ufficializzare la scelta, ma la decisione è stata già presa. Il passato è una terra lontana, come sovente avviene in queste circostanze. Quando, cioè, c’è la politica di mezzo: estensione concettuale di una prassi votata a tutto – e al contrario di tutto – nel medesimo istante. Le intemerate del ministro (altezza mezza bellezza) Crosetto, non di un decennio fa, ma soltanto di qualche giorno orsono, di una politica non sacrificata sull’altare della coerenza politica, dei “rifiuti” da espellere dall’agone democratico, dei poteri forti da combattere costi quel che costi, rappresentano un mero ricordo. Evaporati come certe piogge estive consumate – e consumatesi – prim’ancora che l’arcobaleno si palesi.
Tutti in ballo(ttaggio), quindi, nello sballo generale tarantino. Con la sottoscrizione ufficiale dell’apparentamento a destra, il candidato Lazzaro rischia di perdere il proprio seggio in Consiglio comunale. Della serie: già scaricato, sacrificato, dimenticato alla medesima velocità della luce. Forza Italia passerebbe da uno a due consiglieri comunali eletti; Fratelli d’Italia, invece, vedrebbe aumentato il proprio peso specifico, conseguendo quattro seggi in luogo di tre. A sinistra, invece, la situazione è diversa. La coerenza incoerente dei Cinque Stelle non consente alcun accordo da vergare nero su bianco. Strano a credersi: anche la demagogia ha le proprie prerogative. Le sue regole non scritte. Il suo caos calmo. Si va verso un accordo, un’indicazione a far votare Bitetti, senza che vi sia traccia, ufficialità, in tal senso. Il Turco c’è, ma non si vede. Roma ordina, Taranto esegue. La disaffezione al voto si spiega anche per questo. Con la nostra divertita marginalità di pensiero.