sabato 27 Luglio 24

La crisi del pane nostro

di Matteo R. Dusconi

Diceva Petrarca: “L’acqua e il pane sono più importanti delle pietre preziose”. Ne parliamo con Francesco Sarli, presidente dell’Associazione Panificatori di Taranto e provincia

Molti non sanno che sul pane esiste  da sempre una grandissima letteratura: che parte, solo per fare solo qualche piccolo esempio, da Euripide e Aristofane, passando per Virgilio, Tacito e Seneca, fino a Dante “beati coloro che siedono alla tavola dove si mangia il pane degli angeli“  (Convivio) e Petrarca “l’acqua ed il pane sono più importanti delle pietre preziose”. E quest’ultima espressione appare così attuale, avvicinandosi incredibilmente  ai giorni nostri, a questa crisi economica che sta indebolendo anche il settore della panificazione.

Fare il pane è sempre stato un mestiere scelto per passione.  Per molti panificatori, poi, si tratta pure di mantenere una tradizione di famiglia passata di generazione in generazione. Un settore che nella provincia ionica ha visto, in anni recenti, ridurre di un terzo il quantitativo di produzione di pane e prodotti da forno  di qualità.

Ne parliamo con Francesco Sarli, 75 anni, panificatore dall’età di 16 anni e attuale  Presidente della storica Associazione Panificatori  di Taranto e provincia (costituita autonomamente nel 1963) erede di grandi, indimenticati presidenti del passato come Scarfato, Domenico Catacchio e  Franco La Sorsa.

Di che cosa ha bisogno la  vostra categoria?

Abbiamo chiesto da tempo l’apertura di un tavolo al governo centrale per monitorare la situazione, e trovare soluzioni che permettano di non spegnere i forni visto che in tanti hanno  già tirato  giù le serrande.     

Vogliamo parlare dei rincari? 

Abbiamo assistito ad un progressivo rincaro di materie prime fondamentali, come lieviti, farine, olio, zucchero, margarine e burro. Abbiamo assistito ad un inverosimile rincaro di  bollette dell’energia elettrica e gas (+600 per cento!!), Dobbiamo affrontare un altro grande problema che sta affliggendo, oltre a noi panificatori, anche i colleghi pizzaioli: il rincaro ingiustificato della legna da forno, del pellet e anche della mozzarella.

Il costo del pane quindi aumenterà?

Il costo del pane alla vendita lo abbiamo già aumentato a tre euro e cinquanta ma non ci siamo ancora nei  costi perchè  dobbiamo lottare contro chi riesce ancora a vendere “sotto costo” il pane (e onestamente non sappiamo proprio come riesca a fare). Siamo artigiani e non sappiamo veramente fino a che punto potremo ancora resistere in queste condizioni 

Il pane rimane un bene di prima necessità: ma in questo momento la crisi  globale raggiunge tutto il settore del commercio  e dell’artigianato e, a cascata, travolge la società, le famiglie e l’ossatura stessa dell’economia locale. Abbiamo bisogno di aiuti concreti, di fatti: siamo tutti sulla stessa barca che sembra dover affondare da un momento all’altro.  Aveva ragione Petrarca: “l’acqua e il pane sono più importanti delle pietre preziose”.

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