La consigliera comunale Bianca Boshnjaku commenta la sua espulsione dal partito e chiede ai vertici nazionali dei Dem di commissariare il Pd ionico
“In questo momento non ci sono più le condizioni per rimanere iscritta al PD perché all’interno del Partito vengono calpestati i diritti e la libertà di espressione, nel mio caso di una rappresentante istituzionale”.
E’ l’amaro sfogo della consigliera comunale Bianca Boshnjaku, espulsa dal Partito Democratico insieme ai colleghi Valerio Papa e Michele De Martino per aver votato l’approvazione del Bilancio di Previsione nella seduta del Consiglio comunale dello scorso 19 dicembre, contravvenendo alle indicazioni del partito d’appartenenza.
“Dall’oggi al domani – afferma – mi ritrovo al rogo per aver votato il bilancio e aver sostenuto l’amministrazione Melucci, la stessa che a Taranto – proprio il mio partito – ha sostenuto e fatto eleggere nelle ultime amministrative e alla quale ora, per ragioni che non comprendo, ha deciso di porre fine.
I vertici del mio partito hanno persino fatto ricorso alla Commissione di Garanzia per espellere dal Partito la sottoscritta, Presidente alla Commissione Bilancio del Comune di Taranto, perché non ha eseguito l’indicazione – o sarebbe meglio dire imposizione – di non votare il bilancio, ordine ricevuto via mail 67 minuti prima della seduta consiliare senza nessun tipo di confronto con i referenti istituzionali del territorio. Il principio con il quale viene motivata la richiesta di espulsione è sbagliato non solo perché c’è lo svincolo del mandato, ma anche perché verrebbe gravemente leso l’articolo 48 della Costituzione Italiana”.
“Il Partito, che per giunta si definisce DEMOCRATICO (nel nome e nella sua etica) – spiega la Boshnjaku – deve confrontarsi con la base, deve dare voce a tutti noi, le decisioni devono essere motivate e condivise. E questo non è accaduto.
Grave la costituzione della Commissione di Garanzia in violazione dello Statuto del Partito e del regolamento della stessa commissione, come può garantire un corretto giudizio se la stessa è viziata?“.
“Inoltre – conclude la consigliera comunale – con il mio impegno in politica, tutto mi sarei aspettata tranne che di tornare indietro, alle origini dalle quali sono fuggita decenni fa. In Albania ho conosciuto la dittatura. In Italia so che posso essere libera. Ed è per questo che faccio appello ai vertici del PD nazionale: Salvate il PD Jonico, se necessario commissariate, perché di democratico, oggi, non c’è più niente!
