sabato 27 Luglio 24

E’ stata la mano di Stellato

E’ stata la mano dell’esponente di Italia Viva a fermare (impedendogli di firmare il decreto di nomina assessorile per Viggiano) la mano di Melucci. Altro che pellicola di Paolo Sorrentino. La giunta municipale, la politica locale, il Pd: siamo ormai alle serie tv su Netflix. Alla commedia con venature tragiche

Non firmare il decreto di nomina del redivivo assessore Viggiano. Aspetta prima di farlo. Non essere impulsivo. E’ stata la mano di Stellato a fermare la mano di Melucci. In questa storia di mani che s’intrecciano più che venire distese, allungate. Mani che gesticolano nell’immobilismo impresso al proprio roteare. Altro che mano di Dio; altro che Paolo Sorrentino. Taranto è una piccola Napoli nelle dimensioni urbanistiche, ma creativa e luciferina al pari del capoluogo partenopeo. Di un epicureismo uguale e contrario.

Per l’esponente di Italia Viva non esiste che l’odiato Pd conti ben tre rappresentanti nella giunta municipale. Il partito di Renzi non ci sta ad essere rappresentato da Ciraci e Lussoso nell’esecutivo cittadino. Pretende altro. Pretende di più e meglio. Altrimenti che senso avrebbe avuto accompagnare Melucci da Renzi nei mesi scorsi. Il Governo Cinque Stellato non può essere questo alla fine. Gli assessori devono girare; e con loro le deleghe assegnate. I presidenti delle municipalizzate vanno ripensati. Così come gli incarichi sin qui dispensati. Niente è gratis nella vita, figurarsi poi in politica. Così parlò… Stellato. E così esegue senza fiatare Melucci. Quelli del Pd, a cominciare dal segretario regionale De Santis, sono rimasti alla fine con il cerino in mano. Sedotti e abbandonati in una sola notte di amori non consumati e tradimenti manifesti. Come recita quel vecchio adagio popolare: chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Andrebbero chieste come minimo le dimissioni del segretario Dem Filippetti, se la politica non fosse quella grande classe di ripetenti ferma alle scuole elementari. Viggiano aspetta (e spera) nella sua veste di assessore licenziato, con la promessa di essere riassunto. Melucci è vittima, alla fine, di se stesso. Sempre più solo nella ricca compagnia che lo attornia. Dalle Stell(ato) alle stalle il passo è breve. L’eternità lunga un solo istante.  

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