sabato 27 Luglio 24

Leporano, raccolta differenziata: cittadini virtuosi, ma la TARI resta uguale

Intervista al presidente del movimento politico leporanese “L’ Alternativa”, Marco Calabretta sugli sviluppi della vicenda che riguarda l’entità dell’imposta sui rifiuti nel comune ionico

Leporano, uno dei Comuni pugliesi più virtuosi per la raccolta differenziata ma, inaspettatamente, uno di quelli in cui i cittadini pagano una Tari decisamente alta.

Tanti sforzi per l’ambiente quindi, non sarebbero ripagati dalla scontistica prevista per legge.

L’argomento era stato affrontato qualche settimana fa dal movimento politico leporanese L’Alternativa, che aveva evidenziato questo mancato riconoscimento da parte dell’amministrazione comunale, chiedendo infine un confronto sul tema l‘assessore all’Ambiente e vicesindaco del comune ionico, Danilo Secondo, che, però, ha declinato l’invito.

Per capire quali sviluppi ha avuto la vicenda abbiamo nuovamente contattato il presidente de “L’Alternativa”, Marco Calabretta.

Riprendiamo da dove eravamo rimasti, ovvero dall’invito fatto dai microfoni di CosmoPolis ad un confronto con l’amministrazione comunale leporanese

Esattamente. L’assessore e vice sindaco di Leporano, Danilo Secondo, ha rifiutato il confronto sulle tariffe TARI e ci ha confidato in maniera informale che nei fatti non è possibile ridurre l’imposta sui rifiuti nel nostro comune poichè, a sua detta, molte famiglie leporanesi non versano nelle casse comunali il suddetto tributo.

E i contributi di cui parlavamo nella precedente intervista?
Evidentemente non sono bastati, siamo di fronte ad un vero e proprio pozzo senza fondo. A nulla sono valsi gli introiti dei consorzi di filiera o i circa 50.000€ di contributo provenienti da Ager Puglia per i comuni virtuosi per assicurare un piccolo sconto/premio ai tanti leporanesi che, con grande impegno, hanno contribuito al raggiungimento di importanti percentuali di raccolta differenziata.

Cosa dice la legge a riguardo?

Dando uno sguardo al nostro Ministero dell’Economia e delle Finanze, possiamo notare che la Legge n. 147/2013 parla chiaro; vorrei soffermarmi, in particolare, sul contenuto dei commi dal 656 al 660 dell’art.1, che recitano:

  1. La TARI è dovuta nella misura massima del 20 per cento della tariffa, in caso di mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, ovvero di effettuazione dello stesso in grave violazione della disciplina di riferimento, nonché di interruzione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi che abbiano determinato una situazione riconosciuta dall’autorità sanitaria di danno o pericolo di danno alle persone o all’ambiente.
  2. Nelle zone in cui non è effettuata la raccolta, la TARI è dovuta in misura non superiore al 40 per cento della tariffa da determinare, anche in maniera graduale, in relazione alla distanza dal più vicino punto di raccolta rientrante nella zona perimetrata o di fatto servita.
  3. Nella modulazione della tariffa sono assicurate riduzioni per la raccolta differenziata riferibile alle utenze domestiche.
  4. Il comune con regolamento di cui all’articolo 52 del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446, può prevedere riduzioni tariffarie ed esenzioni nel caso di:

a) abitazioni con unico occupante;

b) abitazioni tenute a disposizione per uso stagionale od altro uso limitato e discontinuo;

c) locali, diversi dalle abitazioni, ed aree scoperte adibiti ad uso stagionale o ad uso non continuativo, ma ricorrente;

d) abitazioni occupate da soggetti che risiedano o abbiano la dimora, per più di sei mesi all’anno, all’estero;

e) fabbricati rurali ad uso abitativo;
e-bis) attività di prevenzione nella produzione di rifiuti, commisurando le riduzioni tariffarie alla quantità di rifiuti non prodotti.
(lettera aggiunta dall’art. 36, comma 1, legge n. 221 del 2015)

  1. Il comune può deliberare, con regolamento di cui all’articolo 52 del citato decreto legislativo n. 446 del 1997, ulteriori riduzioni ed esenzioni rispetto a quelle previste dalle lettere da a) a e) del comma 659. La relativa copertura può essere disposta attraverso apposite buongiorno vi autorizzazioni di spesa e deve essere assicurata attraverso il ricorso a risorse derivanti dalla fiscalità generale del comune.

Cosa si evince alla luce di questo?

Non riusciamo a capire perché non premiare i cittadini così come la legge suggerisce. Il dubbio resta, ovvero che non sia diventata una tassa ordinaria e questo tradisce la volontà del cittadino. Inoltre, mi preme sottolineare che, avendo raggiunto la percentuale del 95% di rifiuti differenziati, non si potrà più contare su ulteriori premi o contributi: questi arrivano, infatti, durante la fase del raggiungimento dello scopo, proprio come è avvenuto a Leporano, dove siamo passati da un minimo del 27% a valori sempre più apprezzabili così come rappresentato dall’amministrazione comunale.

Una situazione di stallo, insomma, in cui a farne le spese rischiano di essere quei cittadini virtuosi che hanno portato Leporano ad eccellere nella regione per la differenziata, rischiando di interrompere le buone pratiche messe in campo finora.

Articoli Correlati

Assistenza scolastica a studenti disabili: la provincia di Taranto chiede fondi aggiuntivi

Melucci: “C’è un aumento dei costi, ma occorre l’impegno della Regione per poter garantire standard qualitativi” Questa mattina il Presidente della Provincia di Taranto, Rinaldo...