“I dati sulla movimentazione delle merci in entrata ed in uscita registrano una tendenza negativa che dispiega effetti sulle agenzie marittime locali che chiudono o rischiano di chiudere”
Il consiglio comunale è tornato a riunirsi in data odierna in seduta monotematica per discutere della crisi del porto di Taranto alla presenza del presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Sergio Prete, nonché di rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil, Guardia di Finanza, Confindustria, Confcommercio, Casartigiani, San Cataldo Container Terminal spa, Taranto Cruise Port srl, Raccomar, Ionian Shipping, Associazione Spedizionieri Pugliesi, Italcave e altri operatori del settore.
“Il porto di Taranto è ritenuto strategico per lo sviluppo del bacino ionico –afferma in una nota Pietro Bitetti – anche in considerazione della sua privilegiata posizione geografica ma, i dati sulla movimentazione delle merci in entrata ed in uscita registrano una tendenza negativa che dispiega effetti sulle agenzie marittime locali che chiudono o rischiano di chiudere.
Intanto, la vertenza dei 330 lavoratori ex Tct è tuttora aperta nonostante la concessione del molo polisettoriale ad un nuovo operatore e lavoratori di agenzie, spedizionieri, autotrasportatori non usufruiscono di alcun ammortizzatore sociale.
Rappresentando lo scalo ionico uno dei settori trainanti dell’economia prevalente della città a cui è legato il suo sviluppo economico, sociale e culturale – conclude – l’assemblea cittadina dopo un intenso ed articolato dibattito ha approvato, all’unanimità, una risoluzione che impegna il Sindaco ad individuare le migliori soluzioni possibili per dare forza al settore della portualità”.