Il destino di Massimo Cassano all’Arpal. La sanità al Moscati. La povertà, con i suoi indici, che avanza. La gestione dell’Apulia Film Commission. E prim’ancora della Protezione civile. Michele Emiliano, governatore della Puglia, ricorda l’uomo di Feuerbach. Scisso in due perchè la sintesi è volata via. Per sempre
Tra il Consiglio regionale e l’avvocatura di Stato. Tra il dentro e il fuori. Tra l’alfa e l’omega. Emiliano, il governatore pugliese, si trova nel bel mezzo dei due estremi. Dilaniato come l’uomo scisso tra se stesso e il suo contrario di Feuerbach. Media tra gli ostacoli che la sua stessa gestione ha determinato. E contribuito ad alimentare in tutti questi anni. Rimuovere Massimo Cassano dall’incarico di Direttore generale dell’Arpal (Agenzia per il lavoro)? Sostituirlo con la nomina di un Consiglio di Amministrazione? E rosicchiare, così, la maggioranza che lo sostiene. Affidarsi ai legulei del diritto, alla norma che ingarbuglia invece che aggiustare e normalizzare: ultima spiaggia, ancoraggio malfermo, di una politica imbarazzante e imbarazzata. Affari suoi alla fine. Ai pugliesi il politichese, le sue trame confuse, la sedia da tenere attaccata al didietro dei soliti noti, il potere che non progetta ma preserva se stessi, interessa sempre meno. La sanità in Puglia rasenta, oltrepassando in diverse circostanze, l’osceno. A Taranto, solo per fare un esempio, non è possibile effettuare una Risonanza magnetica all’Ospedale Moscati. Manca il macchinario per questo tipo di esame. Nel centro dove si curano le patologie oncologiche, dove si tagliano nastri inaugurali di non si sa che, i pazienti oncologici sono costretti a rivolgersi altrove. Al privato. Ai luoghi di fortuna di una vita svoltata pericolosamente nel suo opposto. Dell’Ospedale in Fiera di Bari non si hanno più notizie, senza comprenderne le effettive ragioni. Sulle politiche sociali, la Puglia detiene il triste primato nel Paese di Regione con il più alto indice di povertà. Peggio che in Calabria. Peggio che in Basilicata. Peggio che andar peggio. Per quanto concerne le politiche culturali, le indagini della magistratura sull’Apulia Film Commission starebbero scoperchiando un sistema di parentele, di amici degli amici, di distribuzione opinabile delle risorse pubbliche da pellicola neorealista con sfumature horror. La gestione della Protezione civile negli anni del Covid è ormai tema di pertinenza esclusiva degli organi inquirenti. Chi volesse farsi un’idea compiuta sull’argomento passi in rassegne le cronache giornalistiche e giudiziarie di questi ultimi mesi. Questa è la Puglia di Emiliano. E prima di lui di Vendola. E prim’ancora di Fitto. Questa politica ricorda il volto della medusa. Pietrifica dallo spavento…