Il presidente Greco: “Il nostro non e’ un blocco dello stabilimento. Siamo parte integrante di questa fabbrica”. La statale tra Taranto e Bari (Appia) e’ invasa da un corteo di imprenditori e lavoratori dell’indotto siderurgico di Acciaierie d’Italia. Otto ore di sciopero il 20 ottobre prossimo di tutti i lavoratori dell’ex Gruppo Ilva
Gli imprenditori dell’indotto siderurgico sono radunati questa mattina davanti alla portineria C della fabbrica a Taranto per una manifestazione di protesta contro il rischio che, a causa della grave crisi, anche Acciaierie d’Italia, come gia’ otto anni fa Ilva spa, finisca in amministrazione straordinaria. Assieme agli imprenditori, anche i dipendenti e i mezzi delle aziende in corteo si muoveranno dal siderurgico per raggiungere la citta’.
I mezzi si fermeranno a meta’ strada e torneranno indietro, mentre gli imprenditori proseguiranno sino alla prefettura dove la neo prefetta di Taranto, Paola Dessi’, li ricevera’ in tarda mattinata. La protesta odierna e’ promossa da Aigi, associazione che raccoglie l’indotto di Acciaierie d’Italia. “Non sara’ un blocco dello stabilimento di cui le imprese sono parte integrante e rappresentano la componente economica piu’ importante della citta’”, afferma Aigi. “Al contrario, l’iniziativa intende mandare un messaggio chiaro al Governo: la fabbrica, che e’ stata dichiarata di rilevanza strategica nazionale, va salvaguardata e rilanciata. Cosi’ come va rilanciata la produzione ecocompatibile autorizzata a sei milioni di tonnellate l’anno e vanno garantiti i crediti maturati dalle imprese e dai fornitori”. Dissentono dall’iniziativa la Cgil e la Fiom.
“Le imprese dell’appalto di Acciaierie d’Italia – affermano le due sigle – non fanno alcun cenno sull’attuale gestione del privato, responsabile di aver portato lo stabilimento siderurgico in una fase di criticita’ sia in termini di produzione che di interventi manutentivi, necessari a garantire la sicurezza dei lavoratori e la salvaguardia degli impianti”.
“E’ del tutto evidente che la manifestazione organizzata da Aigi – dicono Cgil e Fiom -, oltre a manifestare preoccupazioni in merito ad una possibile amministrazione straordinaria, rivendichi di fatto ulteriori interventi e risorse pubbliche per saldare i debiti del privato. Infatti, la richiesta degli imprenditori e’ chiara: saldare i debiti del privato, in questo caso di ArcelorMittal. E’ ormai un classico della vertenza ex Ilva consegnare i profitti al socio privato e scaricare sulle risorse pubbliche le perdite di una gestione, quella della multinazionale, che non ha nessuna intenzione di investire sul sito di Taranto”. (AGI)
ORE 10.03 La statale tra Taranto e Bari (Appia) e’ invasa da un corteo di imprenditori e lavoratori dell’indotto siderurgico di Acciaierie d’Italia (ex Ilva). Diverse centinaia di persone, seguite da qualche decina di mezzi tra Tir, camion e furgoni, protestano contro il rischio, a loro dire concreto, che Acciaierie d’Italia finisca in amministrazione straordinaria. “Ma stavolta, rispetto al 2015 quando ci fu l’amministrazione straordinaria di Ilva spa, mandando definitivamente in fumo posti di lavoro e imprese”, sostengono i manifestanti. “L’acciaieria non deve chiudere”. Diversi partecipanti indossano una maglietta bianca con la scritta di colore azzurro “Rispetto per Taranto”. E sul frontale dei mezzi sono affissi manifesti con la scritta “No al bidone di Stato” con riferimento all’amministrazione straordinaria e al fatto che Acciaierie d’Italia e’ partecipata dallo Stato al 38% attraverso Invitalia. Il 62% e’, invece, nelle mani della multinazionale Arcelor Mittal. Il corteo dalla fabbrica e’ diretto a Taranto, in prefettura, ma i mezzi, per non creare intralcio e disagio, verranno fatti tornare indietro alle porte di Taranto all’altezza dello svincolo per la statale per Reggio Calabria (Ionica). Tutta l’area e’ presidiata da polizia e carabinieri.
ore 12:30 -I SINDACATI DICHIARANO LO SCIOPERO DI 8 ORE PER IL 20 OTTOBRE. Otto ore di sciopero il 20 ottobre prossimo di tutti i lavoratori dell’ex Gruppo Ilva. È questa la decisione che sarà votata al termine del coordinamento unitario Fim Fiom e Uilm dei delegati ex Ilva in corso sotto al Mimit.