“Ancora una volta vengono disattese le aspettative di una città”
“Nell’iniziativa tenuta a Taranto presso l’Arsenale Marini Militare di Taranto del 3 giugno si era parlato di contenere i costi delle esternalizzazioni di attività, assicurare autonomia manutentiva al Ministero Difesa (anche per offrire prontezza d’intervento per la sicurezza del naviglio e della Nazione), salvaguardare l’indotto locale evitando di delocalizzare le attività ad appannaggio della grande industria e dare risposte occupazionali per la crescita economica e sociale al territorio. Tutto ciò da realizzare con piani straordinari di assunzioni, considerato che l’attuale forza lavoro nella città jonica, che conta ben 18 siti della marina Militare, si è più che dimezzata e peggiorerà nel prossimo biennio in seguito ai pensionamenti.” Così in una nota il segretario provinciale Fp Cgil Taranto, Grazia Albano.
“Vale la pena ricordare che nel 2023 furono banditi corsi- concorsi solo per l’Arsenale di Taranto per acquisire 315 assistenti tecnici, che pure sembrò un numero esiguo rispetto all’esigenza organica dello Stabilimento, ma poi, come è noto, i test di ammissione mal calibrati per una platea di operai (e non ingegneri) fece venire meno circa la metà delle assunzioni.
Prontamente, alle protese della Fp Cgil e di tutte le Rappresentanze sindacali, il Ministero si impegnò a restituire all’Arsenale le professionalità non acquisite, affermando che sarebbero state recuperate prevedendo un adeguato incremento ai 1.000 posti da mettere a concorso in tutt’Italia, poiché si poteva attingere dalle risorse rimaste disponibili in seguito alle mancate assunzioni. – Sottolinea – Purtroppo, nel concorso per i 1.000 assistenti tecnici per il M.D, appena bandito, sembra che i posti per la Puglia, e non per Taranto o per l’Arsenale di Taranto siano circa 80: numeri che non coprono il fabbisogno pugliese, né di Taranto che, ripeto, ha 18 insediamenti locali della Marina Militare e tanto meno recupera i 150 tecnici non acquisiti nel precedente bando.”
La Fp Cgil Taranto vuole ribadire che il problema non è solo assunzionale, ma investe anche la progressiva perdita di capacità di supporto alla operatività delle forze armate, con le quali quotidianamente lavora in sinergia per servizi e assistenza alle UUNN, nonché attività logistiche, amministrative, tecniche e manutentive.
“La Marina Militare, con la diminuzione di militari e dipendenti civili, sta man mano perdendo autonomia di intervento e competenze professionali che difficili da reperire all’esterno: attività sui periscopi, salvagenti, verifica e interventi per mantenimento efficienza delle armi presenti sulle navi, riparazione di impianti missilistici, tlc, radar, pronto intervento su navi a terra o in acque nazionali e internazionali, disinquinamento in caso di sversamenti di idrocarburi, apertura/chiusura e interventi relativi al ponte girevole, ecc. – Si legge nella nota – Questo impoverimento professionale e di sinergia, è utile sottolinearlo, oltre a non consentire di calmierare i costi manutentivi (in assenza di competitori pubblici), col rischio di diventare ostaggio della Grande Industria e perdita di opportunità di lavoro per l’indotto locale e contrazione dei livelli occupazionale dell’area jonica, può comportare ripercussioni sulla sicurezza del Paese, soprattutto nell’attuale quadro di emergenza geo-politica e rischi derivanti dal ruolo del Ministero nei conflitti internazionali.
La Fp Cgil Taranto registra che ancora una volta vengono tradite le aspettative di una città che, inutile ricordarlo ha dato tanto al Ministero Difesa e ne ha intrecciato la storia e lo sviluppo economico e sociale. Ancora una volta i giovani si sentono traditi e le promesse si scoprono promesse da marinaio… Dovevamo aspettarcelo. – Conclude Albano – La FP Cgil Taranto non smetterà di chiedere sicurezza per la Nazione e lavoro, lavoro, lavoro: perché la democrazia e lo stato sociale si fonda sul lavoro.”