Dopo quattro mesi di commissariamento, Taranto ritrova una guida politica eletta dai cittadini. La CGIL ribadisce la necessità di un confronto aperto su lavoro, diritti, partecipazione e transizione industriale
“Taranto torna ad avere un guida politica scelta dai cittadini dopo circa 4 mesi di commissariamento. In campagna elettorale, come CGIL Taranto, ci siamo confrontati con i candidati sindaci parlando di temi che toccano la vita reale delle persone, ovvero, le vertenze in piedi che ci raccontano la difficoltà e la precarietà delle lavoratrici e dei lavoratori, la condizione dei quartieri, il lavoro all’interno del sistema dei trasporti, i servizi sociali, le infrastrutture, i Giochi del Mediterraneo e gli investimenti pubblici per la transizione industriale. Su questi temi ci confronteremo nel merito con il neosindaco Piero Bitetti e la sua amministrazione, ma devono essere chiari diversi aspetti.”
Questo il commento di Giovanni D’Arcangelo, segretario generale CGIL Taranto.
“Il primo, il tema delle relazioni sindacali sarà fondamentale perché determinerà una volontà di apertura al confronto sui temi posti e il metodo di governo. Il secondo, sui temi in campo bisognerà guardare alla loro condizione di difficoltà reale delle persone e partire dalla risoluzione di quei problemi. Il terzo, sul tema delle politiche legate alla transizione industriale non si potrà pensare di essere autosufficienti, altrimenti il rischio di essere ininfluenti sarà molto alto. “
Nel frattempo, “facciamo gli auguri di buon lavoro a Piero Bitetti e alla nuova amministrazione comunale. C’è un tema legato alla partecipazione al voto, però, sul quale non si può fare finta di nulla.”
Per eleggere il sindaco di Taranto hanno partecipato al voto il 47% delle persone aventi diritto, ovvero, meno della metà. “Io credo che questo data vada analizzato sociologicamente in maniera seria, cercando capire quanto incida la disaffezione da un lato e l’indifferenza dall’altro. – fa sapere – E noi lo sappiamo bene perché ci siamo cimentati nei referendum abrogativi che si prefiggevano l’obiettivo di cancellare cinque leggi ingiuste sul lavoro e sulla cittadinanza che hanno peggiorato la condizione di vita delle persone. La partecipazione si è fermata al 30% come dato nazionale, sul nostro territorio al 34% anche per effetto dei turni di ballottaggio delle amministrative a Taranto e Massafra. L’obiettivo non l’abbiamo raggiunto, ma il dato che ci dice che circa 15mln di persone (sommando anche il voto all’estero) in tutta Italia, 155mila sul nostro territorio, abbiano partecipato al voto e che la maggioranza di questi si sia espressa per il Sì per noi rappresenta un patrimonio umano, un punto di partenza che obbliga anche noi del sindacato ad aprirci ancora di più all’ascolto per rappresentare le lavoratrici, i lavoratori, i più giovani e le pensionate e i pensionati.”
Poi aggiunge: “Io credo che questo referendum possa fare bene anche a noi, a quelli che vogliono assumersi la responsabilità di essere rappresentativi di qualcosa, delle istanze dei più deboli. Anche a Taranto vale lo stesso principio, nonostante la politicizzazione del Governo che ha partecipato al comitato del “chissenefrega” invitando le persone a non andare a votare. Se sarà un buongiorno per Taranto ce lo dirà il tempo. Servirà tanto impegno. Buon lavoro a tutte e tutti noi da ogni postazione di azione.”