Legrottaglie: ” Occorre ammodernare le opere irrigue. Garantire la manutenzione straordinaria degli impianti collettivi e dei pozzi, riqualificare gli invasi esistenti, rendere efficiente le reti di adduzione e scolo. Rinnovare gli accordi interregionali per l’approvvigionamento idrico”
Senz’acqua l’agricoltura pugliese muore. Si spegne. Perde quote di mercato. Neanche tanto lentamente. Complici i cambiamenti climatici – fa sapere Vito Legrottaglie, Candidato al Consiglio Regionale con il M5S – e la carenza d’interventi infrastrutturali, meditati e realizzati per tempo, il comparto soffre ormai una crisi strutturale. “Lo dico da figlio di agricoltori, da testimone diretto di cosa significhi lavorare la terra. Vivere la terra.”
Secondo le stime di Coldiretti, – aggiunge -la perdita di ortaggi nella nostra Regione ammonta al 30% della produzione complessiva. Un quantitativo preoccupante. In grado di fare implodere molte imprese del settore, qualora non si dovesse correre ai ripari. Di fronte ad un’emergenza siffatta, sarebbero indispensabili interventi immediati. Non più rinviabili. Occorrerebbe completare e ammodernare le opere irrigue. Garantire la manutenzione straordinaria degli impianti collettivi e dei pozzi, riqualificare gli invasi esistenti, rendere efficiente le reti di adduzione e scolo. E in ultimo, ma non per ordine d’importanza, rinnovare gli accordi interregionali per l’approvvigionamento idrico. In molte aree pugliesi i pozzi artesiani versano in grandi difficoltà, mentre quelli a falda superficiale si stanno progressivamente prosciugando. Completano un quadro di per sé già molto critico, l’assenza perdurante di piogge e le ondate di calore della scorsa stagione estiva. Che, complessivamente considerati, stanno causando danni gravissimi alle coltivazioni da sempre fiore all’occhiello delle nostre produzioni: i pomodori, i vigneti, solo per fare qualche esempio. Le zone del foggiano, e quelle del tarantino, sono le più esposte dinanzi a questi fattori di crisi. Il passaggio dai singoli consorzi di bonifica ad un unico consorzio su base regionale, ad oggi, non ha prodotto gli effetti sperati. E, lo scarso peso specifico mostrato dalla politica regionale, nel definire risorse aggiuntive al PAC, la Politica Agricola Comune, delinea una strategia d’insieme piuttosto miope. Lontane anni luce dal porre rimedio all’emergenza in atto. Senza acqua e piani idrici – conclude – l’agricoltura pugliese rischia di morire. E con essa le sue imprese e i suoi lavoratori. Senza il comparto agricolo, invece, l’economia regionale vede avvicinarsi all’orizzonte minacciosi processi economici recessivi. L’una cosa chiama, e determina, l’altra. Come in un effetto a catena. Continuare a restare fermi dinanzi a tutto questo non è più possibile.


