Le manifestazioni di interesse per rilevare il gruppo siderurgico dovrebbero arrivare entro Natale, secondo le indiscrezioni de Il Giornale
Tra le varie candidature per rilevare il gruppo siderurgico ex Ilva ci sarebbero i fondi Usa Flacks Group, Bedrock e due soggetti industriali extra Ue di cui uno sarebbe, secondo indiscrezioni, EM Steel: azienda siderurgica degli Emirati Arabi. Offerte che potrebbero arrivare entro Natale. È quanto riporta Il Giornale, che sulla riunione tenutasi ieri a Palazzo Piancentini tra Governo e sindacati, spiega inoltre che verrà assicurata la continuità produttiva di banda stagnata a Genova e di zincato a Novi Ligure.
Ancora, secondo Il Giornale trapelano i dettagli di un possibile salvataggio da parte di Arvedi, che al momento gestisce il polo di Cremona e quello di Terni in un’Italia. L’azienda italiana potrebbe essere accolta dal governo, in estremis, nel caso in cui i pretendenti stranieri si defilassero o avanzassero pretese irricevibili. Nel piano del Cavaliere Giovanni Arvedi non sarebbe prevista la continuità degli attuali altoforni, ma solo la realizzazione dei due nuovi forni elettrici. La chiusura dei vecchi altoforni prevederebbe una fase transitoria in cui mettere in cassa integrazione tutti i lavoratori, la realizzazione in 3-5 anni dei nuovi altoforni elettrici, e una ripartenza light con una produzione fino a 4-6 milioni di tonnellate massime di acciaio l’anno, reintegrando parte dei lavoratori (massimo 2-4mila lavoratori). Per gli altri dipendenti, sempre secondo le indiscrezioni riportate da Il Giornale, si starebbe studiando, al netto di scivoli e pre-pensionamenti, una redistribuzione tra le varie aziende pubbliche e/o partecipate dallo Stato o su progetti alternativi che riguardano le aree libere a Taranto, quanto a Genova.


