Quattro ore di stop in tutti gli stabilimenti mentre si apre il tavolo a Palazzo Chigi. Incognita sulla trattativa con Baku Steel
Si è fermata questa mattina per quattro ore la produzione in tutti gli stabilimenti di Acciaierie d’Italia, mentre a Roma si apriva il tavolo permanente sul futuro dell’ex Ilva. La mobilitazione, indetta da Fim, Fiom e Uilm, arriva in un momento particolarmente critico per il gruppo siderurgico, con gli impianti di lavorazione a freddo fermi in diversi siti e la produzione ridotta a un solo altoforno.
“Ci aspettiamo risposte e soprattutto impegni che in questi mesi non ci sono stati”, ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, prima dell’incontro a Palazzo Chigi. “Il clima che si è creato è infuocato e speriamo che il Governo, anziché darci risposte attendiste, ci dia invece rassicurazioni concrete”. Una situazione ulteriormente aggravata dall’incidente nello stabilimento di Taranto e l’annuncio del raddoppio della cassa integrazione. “Tutto quello che è successo ha amplificato in modo abnorme la preoccupazione”, ha sottolineato Palombella, “con più lavoratori a rischio occupazione”.
I sindacati chiedono anche chiarimenti sulla presunta trattativa con Baku Steel per la vendita del gruppo, anche se lo stesso leader della Uilm mette in dubbio l’esistenza di una vera negoziazione: “La trattativa va fermata, ma non so se c’è stata mai”. L’incontro di oggi, secondo i rappresentanti dei lavoratori, non può essere un semplice momento informativo ma deve fornire risposte concrete sul futuro della siderurgia italiana e dei suoi 15mila dipendenti.