martedì 22 Ottobre 24

Se lo shopping in Viale Liguria non esiste più

Negozi semivuoti, negozianti delusi e disillusi: il triste declino di quello che un tempo era il fiore all’occhiello dello shopping tarantino

I saldi, l’evento più atteso dell’anno: dai commercianti per smuovere le acque talvolta stagnanti delle vendite e dagli acquirenti per rinnovare il proprio guardaroba senza spendere troppo; entrambe pretese più che giustificate all’interno di un panorama nazionale come quello attuale, fatto di rincari e inflazione.

Secondo l’indagine realizzate da Confcommercio-Format, durante il periodo dei saldi invernali 2023 il 65% degli italiani farà acquisti e l’80% spenderà meno di 200 euro: dati, insomma, in linea con lo scorso anno.

Il report afferma anche che l’abbigliamento sarà l’articolo più richiesto, seguito da calzature e accessori.

Buone notizie anche per i negozi fisici, che saranno scelti dal 50% degli italiani quale luogo privilegiato in cui fare spese, a scapito del famigerato commercio online (che si ferma al 40% delle preferenze).

Una fotografia piuttosto ottimista, anche alla luce delle difficoltà sopra elencate; ma quanto rispecchia realmente la situazione locale?

Per capirne di più, in un sabato pomeriggio di inizio saldi, abbiamo intervistato alcuni commercianti di viale Liguria, una delle zone principali dello shopping tarantino.

Ciò che colpisce immediatamente la nostra attenzione è la desolazione del quartiere: mentre percorriamo la via, la recente illuminazione installata dall’amministrazione comunale finisce per mettere maggiormente in risalto i marciapiedi vuoti; poche persone, che camminano frettolosamente e quasi scansano le vetrine, pochissimi ragazzi, zero famiglie.

La nostra mente va involontariamente ad alcuni anni fa, quando il sabato pomeriggio viale Liguria era il ritrovo per eccellenza delle comitive di giovani e giovanissimi, l’alternativa al Borgo per il passeggio delle famiglie, ma soprattutto la meta preferita nel periodo dei saldi.

Cosa è successo a questo quartiere? Mentre cerchiamo una risposta plausibile proviamo a tirare in ballo la crisi, il caro bollette che attanaglia l’Italia, il costo esagerato della benzina, altro argomento caldo di questi giorni.

Eppure, non possiamo fare a meno di pensare che solo pochi giorni prima, durante una gita domenicale a Lecce, abbiamo assistito ad una situazione diametralmente opposta: le vie principali dello shopping, nel capoluogo salentino, erano gremite di gente di ogni età, i negozi pieni all’inverosimile, persino quelli del settore luxury.

Un quadro ottimista che si scontra pesantemente con la desolazione in cui ci aggiriamo e ci provoca una fitta al cuore.

Decisi a capirne di più entriamo nei negozi, quasi tutti vuoti: molti esercenti commerciali non vogliono parlare a telecamere accese ma ci confidano le loro pene: “Via Liguria è ormai un mortorio, non viene più nessuno”, “Basta con le iniziative organizzate in Centro, esistiamo anche noi”, sono solo alcune delle lamentele emerse. “L’ultima iniziativa organizzata per Natale – ricorda un negoziante – è stata pensata e realizzata a spese nostre“, altri parlano anche di scarsa sicurezza, di furti e furtarelli avvenuti ai danni di alcuni negozi.

Tanti esercenti hanno, invece, la voglia di esprimere le loro rivendicazioni mettendoci la faccia: “C’è bisogno di un aiuto concreto da parte dell’amministrazione comunale – affermano i più –  non solo nella realizzazione di parcheggi più numerosi ma nel catalizzare l’attenzione dei cittadini verso questa zona ormai semideserta”, altri sottolineano la difficoltà nel competere con un negozio virtuale, che non paga bollette, tasse e affitto: alcuni negozi, incredibile a dirsi in un sabato pomeriggio del periodo dei saldi, hanno preferito restare chiusi.

 “I centri commerciali ci stanno ammazzando”, chiosano alcuni commercianti, “la gente preferisce passeggiare e trascorrere il sabato sera lì”.

In tutti c’è la voglia di continuare a lottare, ma anche la disillusione nei confronti delle istituzioni nazionali e locali: “Abbiamo chiesto aiuto tante volte – afferma una signora – ora non ci crediamo più. Noi, però, non ci arrendiamo”.

Le vendite costituiscono un altro tasto dolente: se per alcuni la situazione è tutto sommato positiva, per la maggior parte dei commercianti intervistati i saldi 2023 sono partiti male: “Ci aspettavamo molto di più, ci sono giorni in cui preferiamo stendere un velo pietoso”; e ancora: “La gente deve pagare le bollette e la benzina, l’abbigliamento è l’ultimo dei suoi pensieri”.

Ma per tutti è lampante che le difficoltà esistenti a livello nazionale non siano l’unica motivazione di questa debàcle: la maggior parte degli esercenti intervistati, infatti, rileva un calo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: “Dopo due anni di pandemia credevamo di tornare alla normalità e invece…”.

Invece resta l’amaro in bocca per aver constatato, una volta di più, il triste declino di uno dei fiori all’occhiello del commercio tarantino.

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