“Non possiamo accettare che il dissenso pacifico venga criminalizzato. Questo disegno di legge mina i diritti fondamentali di lavoratori e cittadini”
Si è concluso ieri, martedì 1° ottobre, il sit-in organizzato da Uil e Cgil Taranto davanti alla Prefettura della città. Una manifestazione pacifica che si è svolta dalle 16:00 alle 18:00 con la partecipazione di lavoratori, pensionati e cittadini preoccupati per le implicazioni del “Ddl Sicurezza”.
Le due sigle sindacali, supportate dalle rispettive categorie, hanno espresso un fermo dissenso nei confronti di un disegno di legge che, a loro avviso, limita gravemente il diritto di manifestare e introduce misure repressive eccessive, in particolare nei confronti delle categorie più vulnerabili della società.
“Non possiamo accettare che il dissenso venga criminalizzato in questo modo – ha affermato Stefano Frontini, segretario organizzativo della UIL Puglia, parlando a nome della Uil Taranto – Il diritto di protestare e di esprimere le proprie opinioni è fondamentale in una democrazia, e questo disegno di legge rischia di minare alla base questi principi”.
La manifestazione ha rappresentato un momento di forte unità tra le due sigle sindacali. I rappresentanti hanno consegnato un documento con le motivazioni del sit-in al Prefetto di Taranto, Paolo Dessì, evidenziando come il “Ddl Sicurezza” rappresenti una minaccia per i diritti dei lavoratori, le libertà di manifestazione e l’autonomia delle organizzazioni sindacali.
“Questo disegno di legge – ha continuato Frontini -non solo criminalizza il dissenso, ma rischia di esasperare ulteriormente la tensione sociale, specialmente in un territorio come il nostro, già duramente colpito dalla crisi economica e occupazionale”.
Presenti all’evento anche diverse categorie della Uil, tra cui i rappresentanti del settore pensionati, dei trasporti, del pubblico impiego, della sanita e del terzo settore, che hanno manifestato il loro sostegno all’iniziativa. “Non possiamo permettere che le donne incinte, i lavoratori e i disoccupati siano trattati alla stregua di criminali solo per aver esercitato il loro diritto di manifestare pacificamente”, ha aggiunto il segretario.