di Vittorio Galigani
Taranto deprimente quello sceso in campo al Viviani. Dopo l’umiliante 5 a 0 di Potenza diventa impossibile disquisire sui risultati e sulle prestazioni dei rossoblu. Con queste “figure” viene da chiedersi con quale faccia ci si presenterà a Avellino? Le risultanze pietose del campo “impongono” l’immediatezza del closing annunciato da Mark Campbell a Palazzo di Città
Una bella partita Trapani – Avellino. Ben giocata da entrambe. Entrambe potevano vincerla. Occasioni mancate dall’una e dall’altra parte. L’ha vinta l’Avellino. Meritatamente. Per forza fisica. Per determinazione. Per qualità dei singoli.
Una bella partita, abbiamo detto. In campo tutti protagonisti positivi meno uno. Il direttore di gara, al quarto anno. Roberto Lovison, da Padova, messo dietro la lavagna per i suoi errori. L’arbitro ci ha messo del suo (involontariamente) per indirizzare la gara verso i campani. E pensare che l’Avellino del presente non ha certamente bisogno di certi “aiutini”. Patierno, al decimo della ripresa, “sviene” in area, simulando il “contatto”, inesistente, con Seculin. Il “fischietto” padovano “abbocca” e concede ai biancoverdi il rigore del raddoppio. In pratica mette il sigillo su una gara che era ancora aperta a tutti i risultati. Perché quello stava “recitando” il campo
E così il “clou” di giornata se lo è aggiudicato l’Avellino. Meritatamente, come abbiamo scritto. Va riconosciuto il salto di qualità, nella scala dei valori, attribuibile alle capacità del “pitone”.
Si perché Raffaele Biancolino, per tutti il “pitone”, ha saputo“ ricostruire” nei biancoverdi l’autostima smarrita nelle prime giornate di campionato. Ha riportato la capacità di saper vincere. Ha riportato la tranquillità nello spogliatoio. Il “pitone”, di quel gruppo, non è soltanto l’allenatore. Si è proposto, con successo, da fratello maggiore. Con semplicità. E così è stato accettato.
La semplicità che ha condotto a quel filotto di vittorie, ininterrotto, che ha rivitalizzato tutto l’ambiente irpino. Il percorso è certamente ancora lungo. Ancora tanto da fare. C’è da scalare una montagna. Ma la vittoria diretta del campionato, la vetta è ora a soli quattro punti, non è più un lontano miraggio irraggiungibile. La famiglia D’Agostino può andare orgogliosa della decisione, assunta a suo tempo, di alternare lo staff tecnico e sportivo.
Il carattere del Crotone riapre il campionato. Il Benevento in vantaggio allo Scida, di due reti, si fa recuperare dalla doppietta di Tumminiello. Messa a segno nei minuti finale della gara. Un pareggio tutto a vantaggio delle inseguitrici. Un pareggio che restituisce grande interesse al campionato. Cerignola “corsaro” allo Zaccheria sale a soli due punti dalla “strega”. Monopoli ed Avellino a 4.
Foggia in panne. Squadra, subissata dai fischi, respinta ai saluti delle due curve. Si sapeva che sarebbe stata un settimana particolarmente nervosa. Canonico è chiamato a scelte difficili. Oculate. Mirate. Occorre un “traghettatore” tecnico di grande spessore. Conoscitore dei pregi e dei difetti della piazza. Occorre anche fare piazza pulita negli spogliatoi ed in società. Chi non merita quella maglia va allontanato. Che sia giocatore. Che sia dirigente. Nell’immediato ed in previsione di quanto previsto dal calendario meglio “proteggersi” le spalle che mirare in alto. Oggi il Foggia è purtroppo nei play out.
Catania conferma il momento no. Raccoglie un modesto pareggio a Torre del Greco. Settimo in classifica accusa, al momento, sei punti di distacco dalla vetta. Toscano avrà del suo per riportare in rotta i rossoazzurri.
Taranto deprimente quello sceso in campo al Viviani. Dopo l’umiliante 5 a 0 di Potenza diventa impossibile disquisire sui risultati e sulle prestazioni dei rossoblu. Con queste “figure” viene da chiedersi con quale faccia ci si presenterà a Avellino?
Le risultanze pietose del campo “impongono” l’immediatezza del closing annunciato da Mark Campbell a Palazzo di Città. Nella casa dei tarantini. Non è più il tempo delle promesse. In tanti sono “transitati” in riva allo Ionio promettendo una serie A mai neppure “sfiorata”. Né interessano alla città nomi e cognomi di eventuali partner dell’inglese. Importante, se ci sono, che siano solvibili. Ed in tal caso che abbiano idee chiare sulla necessità di un piano industriale analitico, settoriale e qualificato. Immediato.
Con una perplessità. Che sorge spontanea. L’acquirente (nel dubbio che esista) è realmente interessato al mantenimento della categoria? Si dia una “mossa”! Cosa pensa della pessima classifica attuale. Della attuale “pochezza” del comparto tecnico. Gautieri incluso. Degli “squallidi” risultati sportivi. Del fatto che la prossima settimana sarà resa pubblica l’entità della prima penalizzazione. Che a breve arriverà un altro deferimento. Una perplessità legata alla lungaggine del closing. Come il ritardo accusato nell’invio di quel bonifico. Infine una domanda. Mark Campbell (o chi per lui) è informato sulla pochezza (negli anni) della fondazione Taras?
Monopoli “pirata” a Latina. Mantiene il passo delle prime. E’ la conferma del momento positivo per l’undici di Colombo. Enzo Maiuri affossa il Messina. Giusto il tempo per prendere confidenza con la piazza ed il neo tecnico dei “blues” campani ha fatto bottino pieno in trasferta. Altamura tiene lontana la zona play out, ma non si possono tralasciare gli scricchiolii che si registrano in Società. Nico Squicciarini, come gli altri soci dimissionari, troppo importanti nella gestione tecnico/sportiva del club.
Chi ci ha sempre “messo” la faccia va rispettato. E’ una delle regole non “scritte” del mondo del calcio. In campo si va rispettando la meritocrazia. Altre soluzioni “sponsorizzate” a lungo andare minano gli equilibri societari e dello spogliatoio. Per non parlare dei risultati.
Crediti foto: Il Mattino.it