Di Vittorio Galigani
A Cerignola ed Avellino, per puntare alla promozione diretta, manca quel “quid” in più. Si equivalgono in tutto. Nel gioco, nelle occasioni, nella generosità, nelle ingenuità. Con una sola differenza. La squadra costruita da Elio Di Toro rientra, come costi, nei canoni della categoria. I campani splafonano, abbondantemente, in tutto
Il girone C parla pugliese. Monopoli, vittorioso sul Foggia, scavalca in vetta il Benevento costretto, dalla neve, a rinviare la gara di Potenza. Alberto Colombo lo ha ripetuto più volte. Una squadra, la sua, che non si pone limiti. Passo dopo passo con modestia e consapevolezza delle difficoltà e del valore degli avversari. Un percorso inaspettato, inizialmente, che ha preso consistenza con il lavoro e la compattezza del gruppo. Come si usa dire, l’appetito vien mangiando. Il difficile viene adesso, nel mantenere i piedi ben saldi a terra. Lo sanno bene patron Rossiello, Alberto Colombo e Marcello Chiricallo.
A Cerignola ed Avellino, per puntare alla promozione diretta, manca quel “quid” in più. Si equivalgono in tutto. Nel gioco, nelle occasioni, nella generosità, nelle ingenuità. Con una sola differenza. La squadra costruita da Elio Di Toro rientra, come costi, nei canoni della categoria. I campani splafonano, abbondantemente, in tutto. D’Agostino prenda nota. I risultati premiano il direttore del Cerignola. Altrettando le scelte di mercato. Volpe si è subito presentato. Peccato quella perdita di concentrazione, collettiva, a tempo ormai scaduto. Quel “quid” che appartiene solo ai grandi. Appunto.
Il Trapani andava corretto, meglio dire “ritoccato”, non stravolto da entrate ed uscite. Lo dicono i risultati. Che, di fatto, smentiscono Capuano. Sono passate 4 gare dal suo avvento sulla panchina dei granata. Ha prodotto 4 punti racimolati a fatica. Un solo gol messo a segno, nella trasferta di Caserta. Tre subiti in un solo colpo, peraltro ferale. Numeri da paura. Una gestione fallimentare nei risultati e nel gioco.
I granata “galleggiano” ai margini della zona play off. Toscano, Piovanello, Hraiech (i nuovi arrivati) recitano ruoli marginali, ininfluenti. Che sia perché hanno giocato poco, recentemente, nelle loro squadre di provenienza? Facundo Lescano, abbandonato a se stesso in area avversaria, ha smarrito la via del gol. Il capocannoniere del campionato sta improvvisamente diventando un calciatore anonimo.
L’ex Cittadella Carriero si aggira, smarrito nella zona mediana del campo. La squadra, allestita in estate per disputare un campionato di vertice, non riesce ad esprimersi con risultati apprezzabili. Le ambizioni legittime, del presidente, vengono tutte tradite da un campionato anonimo. Peggiorato con l’avvento del nuovo allenatore. Fortuna, per il patron Valerio Antonini, che può in parte consolarsi con il basket. Capuano è legato, nel suo stile, a argomenti vuoti di contenuto, pretestuosi. Gesti ed espressioni caratteristiche, appartenenti solo al suo personaggio. Che fanno effetto soltanto sulla massa. Come battersi la mano sul petto in segno di fedeltà assoluta. A tutte le latitudini però. O quella sua dichiarazione di essere unico nel “saper friggere il pesce con l’acqua minerale…” riferendosi allo scarso valore dei giocatori che manda in campo. In quanto poi alla Coppa Italia, bisogna prima vincerla, per fare progetti sui play off. Come diceva ai suoi tempi Giovanni Trapattoni, uno che ha vinto di tutto: “mai dire gatto…”.
Il crescendo dei risultati porta sugli scudi l’allenatore del Crotone Emilio Longo. Un piacere, nel presente, veder giocare la sua squadra. Superate le difficoltà della fase iniziale del campionato i rossoblu si stanno affermando per qualità di gioco ed acume tattico. Vrenna junior, Antonio Amodio e lo stesso Longo hanno plasmato un buon gruppo. Un valido miscuglio di esperienza e gioventù. Evidenziando la qualità dei 2004 Silva e Guerini scuola Torino l’uno e Atalanta l’altro.
Il positivo rendimento di Andrea Gallo in cabina di regia. Il totale recupero dello sfortunato Tumminiello, tornato a suon di marcature, a un livello di rendimento lodevole. Merito di Longo, che aveva già dimostrato a Picerno le sue qualità. Determinante non essersi “scoraggiato” dagli incerti risultati iniziali. Merito della proprietà quello della scelta delle risorse umane. In ambito tecnico e sportivo. Adeguando il più possibile alla categoria la politica di gestione finanziaria.
Esistono delle stranezze nel calcio di Lega Pro. Massimo Brambilla “cacciato” senza tanti complimenti da Foggia si sta “ricostruendo” la reputazione tecnica alla guida della Juventus Next Generation. Una perla dopo l’altra, sta portando fuori dalla zona play out i giovani bianconeri. L’ultima “impresa” in casa del contestatissimo Catania. Messo sotto nel gioco e nel risultato. Brambilla viaggia con le ultime 8 gare alla media di oltre due punti a partita. Di questo passo raggiungere la zona play promozione non sarà impresa difficile. Ed allora sorge spontanea una considerazione: bravo Brambilla o sconclusionati a Foggia?
Spettacolo indecoroso offerto sabato scorso da Messina e Taranto. La Lega Pro è l’emblema negativo del calcio nazionale, non solo per la pochezza dello “spettacolo”. Società inadempienti con più di un piede tra i dilettanti. Blocco dei tesseramenti. Il prossimo 28 gennaio l’ennesimo giudizio del Tribunale Federale. Il Messina che cambia proprietà, ma il direttore sportivo Domenico Roma, evidentemente poco rassicurato, si “eclissa” prima ancora di prendere servizio. I recenti deferimenti di Novara e Rimini.
Le già penalizzate Ternana, Triestina e Catania. Il malcelato “respiro” corto accusato, da qualche altro Club, al momento delle iscrizioni. Ritorna allora alla mente la Virtus Francavilla. Un club di provincia virtuoso. Con i conti in ordine. Rispettoso dei parametri di gestione. Con importanti investimenti alle strutture e sul settore giovanile (guardare i risultati). Un vanto per la categoria. Colpita la scorsa stagione, da una assurda retrocessione ai play out. Accertata, a monte, la precarietà generale, Marani doveva tutelarla. Era un atto dovuto per il bene della categoria. Non è stato fatto.