Passare da quella che veniva chiamata la Ditta al piccolo, ma bellicoso, partito dell’ex premier? Studiare da parlamentare europeo e, in alternativa, da parlamentare italiano senza molti intralci? Il sindaco di Taranto ci pensa ogni giorno, roba da non dormirci più la notte. CosmoPolis vi spiega tutto con almeno un paio di mesi d’anticipo
Lasciare il Pd per entrare in Italia Viva. Mettersi alle spalle la Schlein, l’armocromia di una sinistra moralistica a digiuno di moralismo, i radical-chic che viaggiano in Suv ed esibiscono la rediviva Unità sotto il braccio, per agganciare Renzi e la sua ruota della fortuna. Melucci ci sta pensando seriamente, non ci dorme più la notte. In quella che fu la ditta di Bersani e D’Alema gli spazi latitano, si restringono più che allargarsi. Per chi studia da parlamentare europeo e, in alternativa, da parlamentare italiano l’università da frequentare non può essere quella dell’ex partitone rosso. Delle Botteghe Oscure messe sotto sfratto. Degli Emiliano, dei Decaro, dei Boccia (che perde le amministrative, l’altro ieri, nella sua Bisceglie), dei Salvemini, il sindaco di Lecce, che comunque verranno sempre prima di lui. Con questi compagni non ti laurei più, rischi di fare lo studente fuori corso per tutta la vita. Meglio cercare asilo politico, e sogni di gloria, altrove. E Renzi – e il suo partito – in questa prospettiva divengono l’approdo ideale; più dei Verdi con i quali fu candidato il fidato Marti lo scorso anno che, con i loro no ad oltranza, inseguono ancora quella bestemmia della modernità che si suole chiamare decrescita felice. Il passaggio tra i renziani del primo cittadino jonico metterebbe a rischio la tenuta dell’attuale maggioranza a Palazzo di Città? Certo che no, nessuno vuole andare a casa. Ma proprio nessuno. I primi a restare incollati alle proprie sedie sono quelli del Pd. Quando ricapita una fortuna del genere, l’indennizzo di funzione scambiato per la busta paga a fine mese, il quarto d’ora di notorietà per chi riflette di anonimato, pardon luce, propria. Melucci questo lo sa bene, c’è del calcolo nel suo rischio, una sorta di debolezza che fa il paio con debolezze altrettanto evidenti. Immaginate Renzi e Melucci insieme? Che coppia, signori. Ad un concorso di simpatia difficile ipotizzare chi frega l’altro per aggiudicarsi il primo posto…