Melucci candidato con Italia Viva, il prossimo anno, al Parlamento Europeo e Stellato candidato alla presidenza della Provincia? La staffetta politologica che non leggerete mai sul Riformista. Preferiamo le poesie di Kavafis agli editoriali di Renzi
Lasciare Taranto per Strasburgo. Il sogno proibito di Melucci è un viaggio lungo – e insidioso – che possa portarlo dalla Puglia all’Alsazia-Ardenne-Lorena, nel Nord della Francia. Dal Consiglio comunale di Palazzo di Città al Parlamento europeo. Da Piero Bitetti a Roberta Metsola. Dai guai finanziari senza fine di Kyma Ambiente ai grandi temi che attengono il futuro dell’universo mondo. Dal commissariamento dei Giochi del Mediterraneo alla geopolitica mediterranea. Dallo scirocco che bagna le idee ai venti di tramontana che asciugano il pensiero. Farlo l’anno prossimo, magari. In occasione delle consultazioni che si terranno nella primavera del 2024. Con una candidatura da capolista nella circoscrizione Sud garantitagli da quel Matteo Renzi incontrato nei giorni scorsi a Roma. Con l’impegno di sostenere Stellato, in cambio, come possibile presidente della Provincia: enti, questi, che torneranno ad avere una propria dignità istituzionale dopo quell’obbrobrio di riforma voluto da Delrio e dai compagni del Pd. Alta politica, non c’è che dire. Strategie da fare accapponare la pelle. Siamo al cospetto di statisti, di novelli De Gasperi, e non ce ne siamo accorti cavolo. Prima di tutto l’interesse personale, le ambizioni nutrite nel profondo del proprio ego ambivalente, e poi le sorti delle comunità rappresentate. E’ l’umano troppo umano raccontatoci da Nietzsche, una sorta di desiderio di conoscenza barattato con il carrierismo imperante. L’inverno di un arrivismo che sconfina nello spazio e gareggia con il tempo. Per Melucci, ormai, Taranto è un’opportunità e un intralcio al tempo stesso La porta (e non il ponte) girevole per svoltare verso un altrove meno chiassoso, un approdo senza grandi intralci. E se non puoi la vita che desideri/ cerca almeno questo/ per quanto sta in te: non sciuparla/ nel troppo commercio con la gente (…). Sempre meglio leggere le poesie di Kavafis che un editoriale di Renzi sul Riformista…